• Tempo di Lettura:3Minuti

Il Parlamento dell’Indonesia, il Paese con la più grande popolazione musulmana al mondo, ha approvato oggi una revisione del codice penale che prevede il reato e la pena detentiva per l’adulterio e i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio.

Il vicepresidente del Parlamento indonesiano, Sufmi Dasco Ahmad, ha dichiarato approvata la proposta, che ha ricevuto la maggioranza dei voti in plenaria.

Stando a una copia del nuovo codice penale ottenuta dall’agenzia di stampa Associated Press (AP), il sesso al di fuori del matrimonio è perseguibile con un anno di carcere e la convivenza con sei mesi di detenzione.

Le accuse di adulterio devono essere motivate da denunce presentate alla polizia da un coniuge, un genitore o un figlio.

Le sanzioni valgono sia per i cittadini indonesiani che per gli stranieri che vivono nel Paese.

La revisione, che introduce altre modifiche significative al codice penale del Paese, è stata criticata dagli oppositori come una regressione delle libertà in Indonesia, in quanto penalizza le normali attività e minaccia la libertà di espressione e il diritto alla privacy.

La legge considera illegali anche la promozione della contraccezione e la blasfemia religiosa e ripristina il divieto di insultare il Presidente e il Vicepresidente in carica, le istituzioni statali e l’ideologia nazionale.

L’aborto rimane criminalizzato, ma il codice introduce eccezioni per le donne con patologie potenzialmente letali e per le sopravvissute a uno stupro, a condizione che il feto abbia meno di 12 settimane, in linea con una legge medica del 2004.

In un Paese in cui l’87% degli oltre 270 milioni di abitanti è musulmano, i deputati conservatori avevano anche chiesto la perseguibilità delle relazioni omosessuali, un articolo che alla fine è stato eliminato dalla legge.

Ad aprile, il parlamento indonesiano ha approvato una legge contro la violenza sessuale, la cui proposta è stata presentata un decennio fa, che migliora l’accesso delle vittime alla giustizia.

L’approvazione è stata accolta tra gli applausi degli attivisti indonesiani per i diritti delle donne, che da anni condannano la mancanza di azioni contro la violenza sessuale e di genere.

In Indonesia la violenza sessuale è spesso considerata una questione privata e le vittime sono dissuase dal chiedere giustizia.

Le aggressioni sessuali all’interno e all’esterno del matrimonio sono ora punibili fino a 12 anni di carcere e i matrimoni forzati, compresi quelli di minori, fino a nove anni di carcere.

A gennaio il presidente indonesiano Joko Widodo ha chiesto al parlamento di accelerare la revisione della legge dopo il processo del 2021 a un insegnante che ha violentato 13 studentesse minorenni, un caso che ha scosso l’opinione pubblica.

Nell’arcipelago del sud-est asiatico si è registrata un’impennata di denunce di violenza contro le donne da quando è iniziata la pandemia scatenata dal coronavirus individuato alla fine del 2019.

La Commissione sulla violenza contro le donne ha riportato 338.496 casi nel 2021, con un aumento del 50% rispetto all’anno precedente, secondo i dati citati dall’agenzia di stampa France-Presse.