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Shoigu è stato sostituito alla guida del Ministro della Difesa della Federazione Russa. È un cambio di incarico eccellente al vertice delle strutture che governano il paese. Dalla Difesa andrà a ricoprire l’incarico di Capo del Consiglio di Sicurezza Nazionale (CSN) al posto di Nikolai Patrushev. Quest’ultimo è stato nominato consigliere del Presidente Putin e suo figlio vice primo ministro. Il Primo Ministro Michail Misustin è confermato alla guida del governo, Sergej Lavrov mantiene la carica di ministro degli esteri.

Dopo 12 anni al posto di Shoigu andrà Andrei Belousov, proveniente dal settore economico finanziario dello Stato e già anche ministro dello Sviluppo Economico tra il 2012 e 2013. Dal gennaio 2020 era primo vice premier.

Il cambio di guardia alla Difesa russa viene dopo uno scandalo per corruzione che ha visto coinvolto nei mesi scorsi, Timur Ivanov, uno dei vice ministri di Shoigu. In molti pensano che questa vicenda abbia offuscato la figura del capo della Difesa facendo vacillare la sua posizione da ministro. Ma se cosi fosse allora non avrebbe senso dargli la direzione del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Una rimozione con una promozione dicono alcuni. Forse e così ma Putin rimuovendolo dalla direzione del Ministero della Difesa gli da comunque la possibilità di influenzare lo spazio di sicurezza nel suo nuovo incarico. 

Putin avrebbe avuto già qualche occasione per effettuare un cambio alla guida della Difesa. Quando gli Ucraini lanciarono due controffensive a settembre e novembre del 2022, rispettivamente a Kherson e Kharkiv. Oppure quando sembrava che Shoigu non fosse in grado di gestire la figura del finanziare Prighozin, ora morto, che più volte lo aveva criticato per il modo di condurre la guerra. Ma il Capo del Cremlino, Putin, ha sempre dato fiducia al ministro ed amico non curandosi dei suoi detrattori. E con questa nomina ne sancisce il legame mettendolo direttamene alle sue dipendenze.

Il nuovo Ministro, Andrei Belousov, eredita un dicastero che secondo la visione di Putin dovrà porre maggiore attenzione all’economia di guerra, allo sforzo industriale bellico. Già anche consigliere economico del Cremlino, le sue pregresse esperienze nel campo specifico lo pongono in una posizione utile per guardare a 360 gradi quest’aspetto. Gli sarà più facile interloquire con gli imprenditori russi ed avviare un processo di innovazione del complesso industriale-militare. Almeno questo sarebbe il tracciato delineato. La Russia sta mettendo ingenti risorse economiche nella guerra e pertanto c’è sempre più necessità di integrare i fondi destinati alla difesa con l’economia generale della Federazione.

Con le nuove nomine Putin ha consolidato intorno a se la cerchia dei “Siloviky” garantendosi ulteriormente la loro fedeltà. Putin ha bilanciato la struttura dirigenziale della Russia sulla guerra in corso e mai come in questo momento la nomenclatura di Mosca è così compatta.

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