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di Giuseppe Esposito

La centrale nucleare di Zaporizhia (nella foto) è la più grande d’Europa. È dotata di sei reattori che originano oltre un quinto dell’elettricità totale prodotta in Ucraina. Da marzo di quest’anno è sotto il controllo russo. Per il suo funzionamento gli occupanti si avvalgono dei tecnici ucraini della centrale.
Essendo all’interno di un teatro di guerra, immediatamente a ridosso della linea del fronte, la sua sicurezza preoccupa. “La centrale è fuori controllo” secondo Rapael Grossi, direttore generale dell’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica).
La sicurezza sarebbe fortemente compromessa dai bombardamenti nelle aree immediatamente limitrofe alla centrale. Su infrastrutture vicine. Il corretto funzionamento potrebbe poi essere inficiato dallo stress a cui sono sottoposti i tecnici sotto le pressioni dei russi.

Le accuse sulla compromissione della sicurezza vengono lanciate da entrambe le parti. Il presidente Zelensky grida al “terrorismo nucleare” russo. Gli Ucraini accusano i russi di utilizzare la centrale come scudo protettivo. Al suo interno sarebbero ricoverati mezzi militari e armamenti pesanti. E da qui verrebbero lanciati attacchi missilistici nella regione. I mezzi militari parcheggiati sono stati rilevati dai satelliti. Per il momento non si può confermare la presenza di armamenti pesanti.
I Russi per contro accusano gli Ucraini di condurre attacchi mirati e deliberati nelle zone immediatamente adiacenti.

Secondo il Wall Street Journal, da informazioni assunte sul posto, gli attacchi sono mirati e condotti dai russi. A premessa di un distacco del complesso nucleare di Zaporizhia dalla rete elettrica del paese. Da qui, poi, convogliare l’energia verso altri territori. Ma al momento i russi non disporrebbero di attrezzature idonee per un diverso indirizzamento. Strategicamente la centrale è importantissima per Mosca. Proprio per il controllo che ne deriva sulla distribuzione di energia. Con la possibilità di escludere il paese invaso.

Preoccupazioni vengono espresse dal Segretario Generale dell’ONU. Chiede di dichiarare l’intera area demilitarizzata per scongiurare incidenti.
I ministri degli esteri del G7 in una nota congiunta condannano ciò che avviene a Zaporizhia. Sostengono l’importanza dei sette pilastri della sicurezza nucleare: l’integrità delle strutture, rispetto delle procedure. E ancora, libertà di fare domande e lavorare senza stress. Controllo logistico, monitoraggio delle radiazioni, competenze, comunicazioni. Alcuni di questi sarebbero compromessi.

Una ispezione da parte dell’AIEA è necessaria. Il Presidente Putin, in un colloquio con l’omologo francese Macron, si è detto disponibile a discuterne i termini. Anche su questa visita però, da ambo le parti, ci sono motivi di attrito. In particolare, circa le modalità preliminari di accesso e quelle esecutive. L’effettuazione dell’ispezione rassicurerebbe tutti e mostrerebbe la volontà. Almeno, in questo caso di cooperazione. Il tutto dovrebbe essere programmato per la seconda decade di settembre. In attesa incrociamo le dita.