Carenza di munizioni per i russi
Kyrylo Budanov, capo dell’Intelligence militare ucraina, vede la Russia in un vicolo cieco. Probabilmente si accinge ad un’altra mobilitazione. l’Ucraina prende in considerazione una offensiva russa dalla Bielorussia anche se i movimenti delle truppe di Mosca, in quello Stato, sono considerati quasi una messa in scena per distogliere l’attenzione da altri movimenti.
Per l’intelligence ucraina i russi sarebbero a corto di munizioni di artiglieria. Tale carenza sarà più evidente verso marzo prossimo. Viene stimato che il numero di proietti di artiglieria sparati dai russi giornalmente è diminuito da 60.000 a 20.000 colpi circa.
Mosca sarebbe alla ricerca, sia internamente che a livello internazionale, di munizioni del calibro “sovietico” da 122 e 152 mm. Stando così le cose le forze russe non avrebbero le scorte necessarie per il sostegno di operazioni offensive su ampia scala, tantomeno per sostenere le operazioni difensive lungo il fronte ucraino.
Nel Dontesk l’area calda è Bakmut, nel Lugansk c’è il viadotto conteso.
Sul terreno la situazione attraverserebbe un momento di stallo ma non di inattività. L’inverno sembra stia imponendo un rallentamento delle operazioni sui circa 1000 km di fronte, dalla regione di Kharkiv (Nord Est) a Kherson (Sud). Ma anche il logoramento delle truppe sta incidendo.
L’area più calda continua ad essere Bakmut. Qui nel breve termine i russi, per i limiti imposti dalle munizioni, potrebbero avere difficoltà a mantenere ritmi elevati nelle operazioni. Gli Ucraini hanno implementato, in questo settore, le difese contro le offensive russe (truppe di Mosca e Wagner) che vengono condotte da unità di piccolo livello.
Da entrambe le parti le perdite sono pesanti e nell’immediato la situazione farebbe pensare che i russi non siano in grado di incrementare le operazioni. Ed è noto che nella cittadina di Makiivka, nel Donetsk, gli ucraini hanno bombardato una base militare russa provocando circa 400 morti. I russi oltre a dichiarare minori perdite rimarcano l’uso di razzi ad alta mobilità HIMARS forniti dagli USA.
Sempre sul fronte orientale, nel Lugansk, sulla linea Svastove-Kupiansk i due eserciti “duellano” a colpi di artiglieria. La linea Svastove-Kreminna è quella tatticamente più importante. Qui le opposte forze combattono per il controllo della P66. Questa linea di comunicazione, unendosi alla P07 ad est di Kupiansk, è una via di rifornimento importante per i russi perché collega il fronte del Donbass con la regione russa di Belgorod. Gli Ucraini con il fuoco di artiglieria ne hanno interrotto l’utilizzo.
Viene valutato che le truppe ucraine, se saranno in grado di continuare con l’interdizione, potrebbero indebolire la difesa russa di Kreminna e tentare una futura controffensiva sulla città quando le condizioni del terreno lo consentiranno.
Nel sud i russi proseguono nell’organizzazione delle le linee di difesa e nei bombardamenti oltre la riva destra del Dnipro mentre le forze ucraine continuano a colpire le concentrazioni di personale e attrezzature russe lungo l’asse.
Dichiarazioni russe poco rassicuranti.
Il Natale appena trascorso ha lasciato una coda di dichiarazioni per nulla confortanti. Quelle del ministro russo Lavrov evidenziano la volontà di Mosca di voler proseguire nel conflitto fino al raggiungimento dei suoi obiettivi. Il titolare degli Esteri russo in un’intervista a “Russia Today” ha dichiarato che la Federazione non accetterà il piano di pace proposto dal Presidente Zelensky e che il Cremlino non parlerà con nessun negoziatore ucraino se le condizioni includono: il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina occupata, il pagamento russo di risarcimenti e la partecipazione russa ai tribunali internazionali.
Il portavoce del Cremlino Peskov gli ha fatto eco dicendo che non vi potrà essere nessun negoziato di pace senza tener conto dell’ingresso dei territori annessi nella Federazione Russa. Putin nel suo discorso di fine anno ha sottolineato che in Ucraina si combatte per difendere il popolo russo nei “nostri” territori storici nelle nuove regioni “sudditi” della Federazione Russa.
La retorica del presidente russo ha giocato ancora sul ruolo dell’occidente, sulla dipendenza dell’Ucraina da questo e sulla sua inconsistenza come entità. Il Capo del Cremlino, per il suo discorso, ha anche ricevuto delle critiche da alcuni mil-blogger russi perché avrebbe preferito parlare davanti a militari non impegnati al fronte. Anche il Presidente Zelensky ha parlato per fine anno e oltre a rivolgersi agli ucraini, elogiandoli per il coraggio, si è rivolto ai russi, in russo, dicendo che Putin li sta distruggendo e che si nasconde dietro le truppe fingendo di guidarle.
Nell’Est Europa il 2023 non inizia sotto buoni auspici ma la perseveranza degli attori internazionali nella ricerca della pace deve aver la meglio, si spera.
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