L’ Ucraina si incammina verso la terza estate di guerra e la Russia ha ripreso l’iniziativa. I russi lungo la linea del fronte, di poco oltre i 1000Km, profittano della stanchezza degli ucraini e del ritardo degli aiuti americani.
Nella regione di Kharkiv, a nord est, le forze di Mosca partendo dalla regione di Belgorod hanno lanciato una offensiva inaspettata per i tempi e per questo definita shock. Ad est continuano a pressare, gli sforzi si concentrano nel Donetsk per la conquista di Chasiv Yar. La perdita di questo centro abitato renderebbe le città ucraine della regione più vulnerabili agli attacchi russi. Una lettura della carta topografica fa rilevare che ad ovest di Chasiv si apre una spianata verso la linea difensiva, Kostiantynivka-Druzhkivka-Kramatorsk-Sloviansk, a ridosso della strada di comunicazione H-20, . Le ultime due città sono considerate delle roccaforti. Anche a sud, nella regione di Zaporizhia, le truppe russe hanno ripreso l’iniziativa dopo un periodo di relativa stasi successiva fallita controffensiva Ucraina del 2023.
Una situazione non semplice per l’Ucraina.
L’offensiva a nord est, sotto la combinazione artiglieria – aviazione, spinge le truppe russe verso la città di Kharkiv. Il centro abitato di Vovchansk è per il 40% in mano russa. Le truppe di Mosca oltre a creare una zona cuscinetto per proteggere la regione di Belgorod mirerebbero a mettere la città nel raggio d’azione dell’artiglieria. Ed allora se non nell’immediato poterebbero pensare a future azioni più in profondità. Per ora l’offensiva a Kharkiv dovrebbe essere funzionale allo sforzo principale nel Donbass, attirerebbe gli ucraini verso Kharkiv e creerebbe un diradamento delle forze lungo tutta la linea del fronte.
Perché uno dei problemi dell’Ucraina è la carenza di forze, di personale da inviare al fronte e non solo. Per porvi rimedio è stata varata una nuova controversa normativa in materia di reclutamento. Il Presidente Zelensky ha autorizzato anche l’arruolamento di detenuti con condanne meno severe. I russi sono ricorsi ai detenuti fin da subito, non per carenza di personale ma per evitare una ampia mobilitazione. La mancanza di mano d’opera fa stare gli uomini al fronte per lunghissimi periodi e a Kiev i parenti dei militari chiedono che venga attuata una rotazione.
Ma questa è anche la guerra dei droni, come più volte detto. Velivoli senza pilota impiegati per l’osservazione e per missioni di attacco. Il loro impiego è notevolmente aumentato da ambo le parti. Ma c’è dell’altro.
I russi da un po’ di tempo stanno usando le bombe plananti, sono economiche e devastanti. Hanno contribuito alla cattura di Avdiivka e le stanno usando nel nord est a Kharkiv. Mosca ne ha a centinaia di migliaia e con queste può rompere le difese ucraine prima di impiegare la fanteria. Gli ucraini potrebbero intercettarle in volo ma sprecherebbero troppe munizioni antiaeree, ne hanno già poche. Dovrebbero e vorrebbero colpire gli aerei che le sganciano nello spazio aereo del territorio russo ma ci sarebbero delle limitazioni di impiego imposte dagli americani. Zelensky è frustrato da questa situazione e chiede agli USA di poter colpire obiettivi militari russi all’interno della Federazione. I droni finora impiegati allo scopo sono di fabbricazione Ucraina. Gli USA stanno valutando la richiesta del presidente ucraino.
La situazione attuale “purtroppo” ci dice che Kiev è in una situazione difficile. Sta perdendo. Ogni giorno all’ Ucraina viene a mancare un pezzo. Forse tutti, nelle segrete stanze occidentali, pensano che si debba parlare di fine della guerra. Putin e Xi Jinping hanno parlato di “soluzione politica” del conflitto. Anche Zelensky avrà compreso che ci deve essere una fine; forse gliel’avranno fatto comprendere. Ma per lui è difficile dire qualcosa che contraddice ciò che ha detto finora. Certo, e molti ne sono convinti, non è verosimile tornare alla situazione del 1991. Non lo era già prima dell’invasione.
Questa è una guerra e per farla finire ci vuole un negoziato di pace. Bisogna che ci sia una diplomazia in grado di ricercare equilibri tra le parti e stabilire un compromesso per il cessate il fuoco. Di sicuro una mediazione è necessaria. Questa dovrà per forza di cose identificare una consonanza tra i diversi modi di percepire la realtà oggettiva.
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