• Tempo di Lettura:3Minuti

A quattro mesi di distanza dalla rottura fra Jannik Sinner e Riccardo Piatti, l’ex fisioterapista dell’altoatesino è tornato a parlarne.

Claudio Zimaglia, che ha seguito i numero 2 del tennis italiano prima del suo allontanamento dal team Piatti, ha rilasciato un’intervista al quotidiano La Stampa. Qui l’ex atleta ha espresso alcune perplessità circa la scelta di Sinner di cambiare team, a causa del rapporto non certo idilliaco con Piatti. “Erano problemi personali: di solito cambi per stare meglio o perché i risultati non arrivano e non era questo il caso. Oggi il team, dal preparatore fisico al mental coach, è fondamentale per un tennista. Se avesse continuato con noi nel giro nel giro di due anni avrebbe completato la formazione.

Zamaglia ha poi fatto il punto sui continui infortuni del 20enne di San Candido, che destano sempre più preoccupazione. Le condizioni fisiche di Sinner lo hanno costretto più volte, da inizio stagione, a doversi ritirare dalle competizioni. L’ultimo forfait dell’azzurro è avvenuto proprio al Roland Garros quando, durante il terzo set degli ottavi di finale contro Andrey Rublev, è uscito dal campo coprendosi il viso.

Molto probabilmente anche l’atleta non riesce più a sopportare i continui infortuni che stanno effettivamente danneggiando il suo andamento nel circuito. Soprattutto considerando che sta giocando un tennis degno di nota. E il suo ex fisioterapista ha ben chiaro quale sia il vero problema del tennista italiano. Il suo problema non è fisico, come ho sentito dire persino da lui, perché Jannik ha un fisico forte, ma bisogna conoscerlo e allenarlo di conseguenza. Il guaio è stato non fare la preparazione, che è la base di tutto. Dopo l’Australian Open avrebbe dovuto fermarsi tre settimane. Adesso, mi chiedo che senso abbia andare ad Umago. Mi sembrano scelte che non lo favoriscono nel lungo termine. Se si ferma ora, potrebbe farcela ad arrivare bene a Wimbledon tra tre settimane.

Secondo Zimaglia, dunque, dopo Melbourne l’azzurro sarebbe dovuto rientrare ad Indian Wells e non a Dubai, come ha fatto. Ovviamente a intralciare ulteriormente il suo percorso di ripresa c’è stato anche il Covid, che Jannik ha contratto ad inizio anno.

Il terapista dell’ATP World Tour ha poi sottolineato che: “Le vesciche, che hanno costretto Jannik al ritiro al Miami Open, erano già comprese a Vienna nel 2020. Scoperto che il motivo era la conformazione particolare del suo piede, inserimmo delle protezioni e le vesciche non si erano più presentate. In tre anni con noi (con il team Piatti) di problemi ne ha avuti pochissimi e sono stati tutti risolti. Altro che fisico fragile“.

Aldilà delle vesciche, Jannik ha accusato anche problematiche legate al ginocchio. Su questo ulteriore punto, Zimaglia sostiene: “Potrebbe essere a causa di come ha variato il servizio. Il nuovo movimento implica più rotazioni, ma non ne ho la certezza. Mi chiedo come mai chi lo cura fisicamente non abbia chiesto informazioni a me o Sirola“.