Carlo Verdone si racconta: «Questo libro è stato la mia medicina per affrontare il lockdown. Nell’incertezza del presente e del futuro mi sono tuffato nel passato, concentrandomi sui ricordi più belli».
Dopo il successo de La casa sopra i portici, Carlo Verdone introduce così la genesi del suo nuovo libro, uscito il 16 febbraio, ‘La carezza della memoria’, sempre edito da Bompiani. Si tratta di un’autobiografia che va avanti e indietro nel tempo. Si parte dai ricordi, come le foto, alcune riportate nel libro, come quella con Francesco Nuti e Massimo Troisi o quella con dedica di Pete Townshend degli Who. Nella parte finale anche uno scritto del padre sulla magnanimità.
CARLO VERDONE: VIVERE DI RICORDI
«Io vivo di ricordi, perché sono l’unica prova che ho vissuto e che non sono solo esistito. Il ricordo è sempre un conforto, una certezza, l’illusione di una vita che continua. Nessuno te lo può rubare, non può essere inquinato o manipolato. È il tuo film più vero, più autentico. Il film della tua vita» – racconta il regista.
Fotografie, nascoste dentro cassetti, infilate nelle pagine di vecchi libri, ammucchiate alla rinfusa in uno scatolone. La memoria è una scatola. Aprirla, guardare, ricordare, raccontare: è il disordine delle immagini dal passato ad accendere la narrazione di Carlo Verdone. Ogni racconto è un momento di vita vissuta rivisitato dopo tanto tempo: dal legame col padre ai momenti preziosi condivisi con i figli Giulia e Paolo, dai primi viaggi alla scoperta del mondo alle trasferte di lavoro, dalle amicizie romane a un delicato amore di gioventù. Ovunque, sempre, il gusto per l’osservazione della commedia umana, l’attenzione agli altri – come sono, come parlano, come si muovono – che nutre la creazione dei personaggi cinematografici, e uno sguardo acuto, partecipe, a tratti impietoso a tratti melanconico su Roma, sulla sua gente, sul mondo. Leggendo queste pagine si ride, si sorride, ci si commuove, si riflette; si torna indietro nel tempo, si viaggia su treni lentissimi con compagni di viaggio sorprendenti, si incontrano celebrità e persone comuni, ugualmente illuminate dallo sguardo dell’artista e dell’uomo.
Poetico, dolente, intimo, Verdone ha donato la copia zero a Papa Francesco.
IL SUO RACCONTO SU FACEBOOK
Oltre a Roma, la sua città, c’è Torino, dove si è formato, dove ha incontrato Macario, Enzo Trapani e ‘Non stop’ e c’è Siena, la città del padre, il grande storico del cinema Mario Verdone. Un libro pieno di sentimenti, di dolcezza, di profondità. Verdone ha scritto su Facebook «Mi sono emozionato a scriverlo perché entravo nel labirinto della memoria. Spero che qualche pagina possa farvi compagnia come una carezza. Ho raccontato di me. Ma qualche emozione forse riguarderà anche voi, ne sono certo».

Esperta di Comunicazione, promuove eventi culturali e scrive di attualità, arte, teatro e spettacolo.