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Era il 10 gennaio 2017. Quando la vita di una giovane donna, l’ennesima, viene spezzata a causa di un ex violento e persecutore. Non muore Gessica Notaro, ma l’essere stata sfregiata il volto con l’acido sotto casa sua a Rimini, dell’ex compagno Edison Tavares, cambierà per sempre la sua vita. La coppia si era conosciuta sul luogo di lavoro ma l’uomo presto aveva iniziato a mostrare la sua indole violenta. Nonostante Gessica lo avesse lasciato e fosse arrivata a denunciarlo, l’uomo si è comunque vendicato, aggredendola con l’acido al volto. Dopo il trauma, i ricoveri e gli interventi, Gessica diviene un’attiva testimonial contro ogni violenza di genere. L’aggressore viene poi condannato in primo grado a 10 anni di reclusione per lesioni, aumentati a 15 anni in appello.

Codice Rosso

La gravità di questa condotta, “deformazione dell’aspetto della persona con lesioni permanenti al viso”, è stata anche oggetto di attenzione da parte del Parlamento. Che, con la legge n.69/2019, cosiddetto “Codice rosso”, ha previsto un apposito reato per le lesioni aventi tali caratteristiche. Nel caso di Gessica Notaro, non ha trovato applicazione la nuova norma in quanto l’aggressione da lei subita è avvenuta prima della nuova norma.


La Cassazione

La Cassazione oggi non concede nessun attenuante a chi aggredisce l’ex con l’acido. “Nessuna frustrazione amorosa, per quanto dolorosa” infatti, può “contribuire” ad “attenuare la gravità della condotta” di chi procura sfregi permanenti – come quelli prodotti dal lancio dell’acido – all’ex partner. Specie se le lesioni gravissime sono frutto di un piano ordito con “lucida preordinazione di mezzi e modi e non soggetta a inscriversi in un contesto emotivo sopraffattorio della emotività”. Per questo la Cassazione, si legge nel verdetto 14862, ha negato ad Edson Tavares la concessione delle attenuanti. Una magra consolazione per chi come Gessica ho dovuto subire violenze fisiche e psicologiche. Ma, forse, un piccolo passo nella lotta contro la violenza sulle donne.

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