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Come riporta l’agenzia di stampa Ansa il premier Giuseppe Conte è arrivato da pochi minuti a Palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri, che è in corso, in cui comunicherà alla sua squadra di governo la decisione di andare al Quirinale a rassegnare le dimissioni.

Dal Quirinale verrano poi avviati una serie di passaggi istituzionali per garantire la nascita in tempi brevi di un nuovo esecutivo. Ecco i possibili scenari che si aprono:

Quando il presidente della Repubblica riceve le dimissioni del premier, il capo dello Stato dà il via alle consultazioni dei gruppi parlamentari. In questo caso difficilmente inizieranno prima di mercoledì pomeriggio. Come infatti riporta anche Sky tg24 questa volta i motivi sono “tecnici” dovuti per la preparazione dei locali con le indispensabili sanificazioni a casua dell’emergenza Covid. Mercoledì mattina, inoltre, il presidente Sergio Mattarella ha in programma la cerimonia per le celebrazioni del Giorno della Memoria.

Cosa succede se Conte si dimette?

Dopo le consultazioni, il presidente della Repubblica può decidere di conferire un mandato esplorativo a una personalità istituzionale.

Il presidente della Repubblica può anche decidere di dare il mandato pieno o esplorativo al presidente del Consiglio uscente Conte (che accetterebbe con riserva).

Il Colle può anche decidere di avviare proprie consultazioni: con i presidenti delle Camere, i rappresentanti dei gruppi parlamentari di Camera e Senato e il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

Le consultazioni servono per prendere atto della situazione politica e, di conseguenza, assumere decisioni sulla nomina di un nuovo presidente del Consiglio o, eventualmente, sul conferimento di un altro mandato esplorativo.

Nuove elezioni?

L’ultima ratio, in caso di impossibilità accertata di formare un nuovo esecutivo, è che si decida di sciogliere le Camere per andare a nuove elezioni.

Con le dimissioni, e fino al giuramento di un nuovo esecutivo nelle mani del capo dello Stato, il governo uscente rimane in carica per lo svolgimento degli “affari correnti”. L’attività ordinaria delle Camere riprenderà solo dopo che il nuovo esecutivo avrà incassato la fiducia da entrambe le Camere.

Come andrà a finire lo sappiamo tutti. L’obbligatoria manfrina istituzionale porterà ad un nuovo incarico a Giuseppe Conte con buona pace per tutti, da Renzi alle opposizioni.

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