Quattro anni fa è avvenuta quella che sarà ricordata come una delle tragedie che più hanno colpito l’opinione pubblica nel nostro Paese: il crollo del Ponte Morandi, a Genova.
Il ponte, costruito negli anni ’60 dall’ingegnere Riccardo Morandi, attraversava il torrente Polcevera, tra i quartieri Sampierdarena e Cornigliano e, in alcuni punti, sovrastava diverse case. Per questo motivo, è stato chiaro che diversi edifici sarebbero stati demoliti a seguito dell’abbattimento del ponte.
Il 14 agosto del 2018, alle 11:30, crollò il Ponte Morandi, provocando 43 vittime. In seguito al cedimento del viadotto sulla A10, scoppiò una polemica politica che ancora oggi è al centro dei dibattici in Parlamento.
La responsabilità del crollo
Oggetto della diatriba è a chi imputare la responsabilità del crollo. Subito dopo la tragedia, l’allora ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, attaccò duramente la società Autostrade per l’Italia: “Laddove ci fossero responsabilità per una manutenzione ordinaria non sufficiente, chi ha sbagliato deve pagare fino all’ultimo. Abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro”.
Anche secondo il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi, non fu una fatalità, ma un errore umano. La Procura aprì infatti un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo, inchiesta parallela a quella del ministero delle Infrastrutture che indagava con una propria commissione.
L’allora premier Giuseppe Conte ammise: “Il governo contesta al concessionario, che aveva l’obbligo di curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’autostrada A10, la grave sciagura che è conseguita al crollo del ponte”. Sulla base dei contratti stipulati in passato, la società Autostrade per l’Italia, in mano alla famiglia Benetton, controllava il tratto incriminato. Dunque intervenne l’amministratore delegato di Autostrade, Giovanni Castellucci, che assicurò di volersi impegnare per la ricostruzione immediata del ponte. Oltre che per lo stanziamento di due fondi da istituire per le famiglie delle vittime e per gli sfollati.
I lavori
Il 6 settembre 2018 arrivano i primi indagati. 20 persone e la società Autostrade furono accusate di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e di omicidio colposo stradale plurimo. Mentre l’8 febbraio 2019, invece, inizia ufficialmente lo smontaggio dei resti del moncone ovest del ponte. Bisognerà però aspettare il 28 giugno 2019, giorno in cui, con un’imponente esplosione, vennero abbattute le pile 10 e 11 della struttura. Il successivo 22 marzo è stato aperto ufficialmente il cantiere del nuovo Ponte di Genova. Dopo alcune intervallate pause causate dalla pandemia, che non ha fermato i lavori, arriviamo al 3 agosto 2020. A Genova è stato inaugurato il nuovo viadotto, progettato da Renzo Piano e costruito in tempi record. Alla cerimonia hanno partecipato tutte le più alte cariche dello Stato.
