La bozza del nuovo decreto lavoro, che sarà esaminata nella seduta del Consiglio dei Ministri del prossimo 1 maggio, prevede la sostituzione del Reddito di cittadinanza con l’Assegno di inclusione a partire dal 2024.
Come si legge all’interno della bozza, questo nuovo strumento di contrasto alla povertà, a differenza della misura vigente, potrà essere richiesto solo dalle famiglie con disabili, minori o over 60, residenti in Italia da almeno cinque anni, gli ultimi due in modo continuativo.
La famiglia richiedente deve avere un Isee non superiore a 9.360 euro e un reddito familiare inferiore a 6.000 annui moltiplicati per la scala di equivalenza.
Nel calcolo del reddito, sono incluse le pensioni e i compensi da lavoro sportivo nell’area del dilettantismo.
Il valore del patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non può superare i 30mila euro e non si possono possedere auto con oltre 1600 di cilindrata o moto oltre i 250cc immatricolati nei tre anni precedenti.
Il valore del nuovo assegno di inclusione sarà di 500 euro al mese moltiplicati per la scala di equivalenza fino a un massimo di 2,2 e, nel caso di gravi disabilità, potrà ammontare fino a 2,3.
Secondo quanto dalla bozza, la scala di equivalenza cambia e vale uno per il primo componente, 0,5 per ogni altro componente con disabilità, 0,4 per gli altri componenti over 60 o con carichi di cura, 0,15 per i bambini fino a due anni e 0,10 per gli altri minori.
Il nuovo assegno di inclusione, sarà affiancato dallo strumento di attivazione.
Una sorta di indennità, che sostituirà l’attuale Reddito di cittadinanza destinata alle persone d’età compresa trai 18 e i 59 anni che si trovano in situazione di povertà e che cercano lavoro.
Nella bozza, inoltre, è previsto un assegno di formazione, dal valore di 350 euro, destinato a quei cittadini prendono parte ad attività formative o a progetti utili alla collettività e sarà valido per 12 mesi.