“In piena emergenza impiegano circa una decina di giorni per riunirsi. E, sicuramente, per partorire il nulla”. Così Luigi Carfora (nella foto), presidente della Confimi Industria Campania all’indomani della notizia della data fissata, 9 settembre prossimo, per l’importante e delicato incontro tra i ministri Ue. “Stanno scherzando con il fuoco? Oppure non hanno ancora preso coscienza della gravità del problema?”, si chiede.
“Vogliono gestire l’emergenza energetica con le stesse modalità di quelle utilizzate per la gestione sanitaria? Gli italiani saranno mai disposti a restare al buio, al freddo, senza viveri e senza danaro per sopravvivere? Accetteranno mai di essere privati di tutto?” prosegue il presidente Confimi. E assicura: non si tratta di un falso allarmismo.
“Se la Ue e lo Stato italiano non intervengono urgentemente per scongiurare il peggio – avverte Luigi Carfora – i drammatici scenari vissuti per l’emergenza sanitaria, rischiamo di riviverli nuovamente, in forma diversa e molto più gravosi, per quella energetica”.
Entrando nel merito del caro energie, Carfora evidenzia che “gli aumenti del prezzo del gas e dell’energia elettrica sono insostenibili per tutte le utenze: sia per quelle domestiche che per le attività imprenditoriali ed economiche”. Situazione che interessa anche quelle ricreative dei teatri e dei cinema che “rischiano anche loro di sospendere le attività fino a quando non ci saranno certezze”. In sostanza, sono a rischio migliaia di posti di lavoro, oltre, “all’impoverimento economico di tutta la nazione. Si preannuncia una stagione a tinte fosche con molto grigio”. In pericolo è anche la tenuta sociale del Paese e il presidente sostiene: “Il governo deve intervenire subito quando c’è un’emergenza”.
Cosa fare, allora? Tra gli interventi il credito d’imposta, previsto dal Governo, per far fronte ai costi energetici, per le piccole imprese. Ed ancora, servono bollette energetiche “al netto”, stornate dei contributi dello Stato. “I bonus – spiega – generano problemi di liquidità di cassa. Le aziende non hanno soldi in cassa e questa misura garantisce una riduzione del carico fiscale, a vantaggio solo di quelle imprese cosiddette capienti con un gettito fiscale elevato”. E’ necessario inserire anche “l’allert ammazza imprese”, del 15 luglio scorso (entrata in vigore con Decreto legislativo (17 giugno 2022 numero 83). Contiene una serie di modifiche al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (CCII) (approvato con D.Lgs. del 12 gennaio 2019 numero 14). La norma – fa sapere Carfora – è stata anche l’occasione per recepire in Italia la direttiva UE 2019/1023
L’attenzione del numero uno della Confimi Campania è posta infine sull’ammazza imprese “di cui quasi la maggioranza degli imprenditori ne ignora l’esistenza. Quest’ultima sommata a Basilea IV per il sistema creditizio, al caro bollette, all’aumento di tutte le materie prime, diventerebbe la “ghigliottina” per ammazzare l’economia ed il benessere del nostro Paese”, conclude Luigi Carfora.