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Svegliarsi al mattino presto in questa calda stagione estiva ed udire il sublime canto degli uccelli, è paragonabile, per certi versi, al godere di un piccolo spaccato del Paradiso. Gli uccelli sono gli unici essere viventi esenti da ogni colpa e cattiveria. Con il loro canto emettono segnali avvertendosi reciprocamente tra loro  di ogni forma di pericolo incombente e denotando un senso di solidarietà e di comunanza ben superiore a quello dell’individuo umano.

Sono gli unici che possono volare fin oltre l’infinito azzurro del cielo, dove cessa ogni sofferenza e dove non c’è posto per la cattiveria umana. Con il loro cinguettio sembrano volerci dirci tante cose, mettere anche noi in guardia dai tanti ostacoli che incontreremo lungo il sentiero della nostra vita e soprattutto parlarci di quei luoghi dove noi in questa dimensione umana, non potremo mai arrivarci perché non possiamo volare. Gli uccelli rasserenano l’animo di chi è in perenne conflitto con le sue pene e non riesce a vedere quello spiraglio di luce che per gli uccelli è visione continua. Quante volte con il nostro pensiero  abbiamo immaginato almeno una volta, di scrollarci di dosso tutto il peso delle nostre ansie e degli affanni della vita quotidiana per poter come loro, volare in quel cielo azzurro in lungo e largo senza limiti e confini.

Il canto e gli uccelli potrebbero rappresentare la colonna sonora di quel meraviglioso componimento lirico di San Francesco denominato “ Il cantico delle creature”, essendo gli uccelli anch’essi delle creature che andrebbero spesso lodate. In passato e nelle leggende gli uccelli hanno sovente assunto il ruolo di messaggeri, volando da una parte all’altra del mondo per portare una lieta novella a chi l’attendeva con ansia e trepidazione. Possa il  dolce loro canto inebriare sempre i nostri risvegli quotidiani per poterci indurre a pensare giorno dopo giorno, canto dopo canto,  che in fondo la vita è  bella, il loro canto è musica per le nostre orecchie  e che pertanto vale sempre e comunque viverla, attimo per attimo fino all”ultimo respiro. Meditiamo tutti indistintamente.

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