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Dalla nave Humanity 1 della ong Sos Humanity sarebbero sbarcati, a Catania, 144 passeggeri su 179. Questo dopo il controllo sanitario effettuato come previsto dal recente decreto ministeriale. A lasciare la nave bambini e migranti interessati da problemi sanitari. Scortata dalla guardia costiera, la ong era entrata nel porto nella notte, poco prima di mezzanotte. (Foto da fb)

Sulla vicenda scrive sulla sua pagina fb Aboubakar Somuohoro, deputato: “Non si possono usare le vite di questi naufraghi, rinchiusi nella nave SOS Humanity, per fare una strumentale propaganda politica”. “Chiunque abbia a cuore l’Umano parteggi per questa Umanità – aggiunge -. Ovunque siate, prestate la vostra voce a questi naufraghi invisibili perché sono esseri umani. Non siate indifferenti o silenti, ma ricordate a questo governo che queste persone sono esseri umani e hanno il diritto alla vita”.

“È disumano fare una cernita, come avveniva nel mercato dei schiavi, tra naufraghi – spiega – Questo selezionare è in contrasto con la convenzione delle United Nations sul diritto del mare. Constatiamo, inoltre, che mancano dei mediatori culturali e linguistici che possono accompagnare in punta di diritto questo sbarco, creando dei vizi di forma nella procedura”. Se l’intento del Governo Giorgia Meloni è quella di “Respingere” i naufraghi, contravvenendo all’articolo 19 coma 1.1 del testo unico sull’immigrazione, impugneremo questa disumanità e illegalità in tutte le sedi opportune. Il Governo non può violare la Convenzione di Ginevra e la Carta dei Diritti Umani”, conclude Somuohoro.

Al porto, oltre ai militari della guardia costiera, anche le forze dell’ordine, ambulanze, Protezione civile. Quelli che sono sbarcati sono saliti su alcuni bus per essere trasferiti al Palaspedini, il palazzetto dello sport di piazza Spedini.  Struttura allestita per accogliere i passeggeri dell’Humanity 1.

“Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare, gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali”. Questa la ferma posizione del Governo Meloni, sostenuta anche dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Nessuna deroga, gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera” rinadisce e evidenzia ancora una volta “senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro”.