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Con 171 voti favorevoli e 112 i contrari la Camera dei Deputati ha convertito in legge il Decreto con le misure urgenti per l’attuazione del PNRR.
Gli unici astenuti sono stati i 14 deputati del Terzo Polo.

Stando a quanto prevede il testo definitivo è stata istituita, presso la presidenza del consiglio dei ministri, una struttura di missione del Piano, che ha il compito di accentrare i fondi e coordinare le attività di realizzazione dei progetti e farà da raccordo con Bruxelles.
Mentre il monitoraggio delle risorse resta al ministero dell’economia.

Per salvaguardare i 191,5 miliardi di euro tra sovvenzioni e prestiti destinati all’Italia, l’obbiettivo del governo è quello di accelerare la realizzazione degli interventi previsti fino al 2026.

Il decreto contiene misure di semplificazione delle procedure, ed è stato approvato anche il collegamento tra Pnrr e i fondi di coesione, proposto dal ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto.
Il meccanismo fa in modo di spostare al 2029, anno in cui scadranno i fondi di coesione, il termine di consegna di quelle opere che non si riusciranno a completare entro il 2026.

Le altre novità sono rappresentate dalla riduzione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, un contributo una tantum di 40 milioni di euro ai gestori di Spid per adeguamenti tecnologici al fine del miglioramento della qualità dei servizi, la stabilizzazione del personale e la possibilità di affidare a pensionati incarichi di vertice negli enti delle pubbliche amministrazioni, infine la proroga al 31 dicembre del 2023 dell’attuazione della riforma Cartabia sull’ordinamento giudiziario.