Scudetto. In un precedente articolo dal titolo la rassegnazione del popolo che non fa rumore, abbiamo avuto modo di spiegare quanto costi l’appartenza a questo popolo, in termini di continua sofferenza e di delusione delle aspettative mai realizzate.
Ieri attraverso il nostro articolo, lo scudetto in Paradiso, abbiamo voluto dedicare l’ormai imminente scudetto del Napoli, a coloro che oggi non sono più su questa terra,consegnandolo a loro virtualmente.Oggi attraverso questo articolo, lo vogliamo dedicare oltre a coloro che purtroppo, a causa di una malattia fisica o psichica, stanno per raggiungere il Paradiso, anche al popolo che non fa rumore. Questo popolo del quale fanno parte anche gli emarginati, a differenza del popolo di élite, vivra’ per una volta nella sua vita, una vittoria che sa di amore puro e non solo di una conquista che accresce un prestigio già consilidato.
Il popolo che non fa rumore vivra’ la sua festa illudendosi che la vittoria dello scudetto è la loro vittoria, poiché nel bene e nel male, a torto o a ragione il Napoli per loro non è solo una squadra di calcio ma il loro vessillo, il loro emblema.Il loro entusiasmo sebbene per molti di essi rimarrà composto e senza sbavature, sarà sempre visto come segno di una felicità esagerata, non solo da chi non tifa per il Napoli ma anche da coloro I quali abituati a vincere sempre nella vita, ritengono che questo scudetto appartenga solo a loro.
Scudetto
Invece no, noi vogliamo sinceramente dedicare questo scudetto a loro, affinché per un giorno possano rispondere a tono a quel famoso epiteto del Marchese del Grillo: “MI dispiace per voi ma io sono io e voi non siete un c…..zzo.E no caro Marchese! questa volta la festa è anche nostra.Viva il popolo che non fa rumore.
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