Quiete pubblica non è solo un concetto astratto, ma definisce i confini tra la libertà di un cittadino e quella del suo vicino. Delinea i confini di democrazia, evidenzia l’area entro la quale un individuo può compiere una scelta senza ledere gli interessi dell’altro. Ha ragione l’assessore De Iesu a dire che non viviamo sotto regime, ma di sicuro vige l’anarchia. Dove c’è un bar, un ristorante, un locale, ci sono confusione e musica, ma se i gestori di tali attività avessero in mente il rispetto di chi risiede in quegli stessi luoghi, si eviterebbero la maggior parte dei problemi. Movida significa libertà ma non isteria. Movida significa divertimento ma non rissa. Movida significa bere in compagnia, stare all’aperto, passeggiare, condividere. E allora le reazioni dei residenti sono ingiustificate? Quiete significa libertà. Libertà di poter dormire senza il frastuono della musica troppo alta, libertà significa non farsi svegliare in piena notte dalle risate sguaiate di chi ha bevuto troppi cicchetti a 1 euro e ha perduto il senso della realtà. Libertà vuol dire anche potersi svegliare al mattino e non rischiare di inciampare tra cocci di bottiglie rotti. In molte zone della così detta movida dopo l’invasione di chi non è capace di rispettare le più semplici regole civili, i gestori dei bar storici di via Aniello Falcone, per fare un esempio, ed i residenti si sono uniti per far fronte comune. I baretti di Chiaia non sono tutti uguali: chi ha investito negli ultimi 20 anni ha pensato alla cura dei propri clienti e delle aree che andavano ad occupare, reinventando l’idea stessa di vivere Napoli di notte a partire dai decibel rispettati, i drink a costi più alti e la responsabilità di ripulire la zona. Per piazza Bellini ci vorrebbe un’ordinanza a parte, un governo a parte, una piccola dittatura. Ogni area è diversa e le ordinanze emesse in questi anni difficilmente sono state capaci di risolvere le problematiche legate alla quiete e all’ordine pubblico. Chiudere tutti indiscriminatamente non è forse la scelta giusta. I controlli serrati, quelli si, sono la soluzione. La polizia in strada dalle 23 alle 4 del mattino pronta a verificare il rispetto delle regole potrebbe essere la risposta per ridare respiro ai residenti e, al contempo, lasciare aperti i locali che non mandano in tilt ragazzini minorenni con alcol scandente.