Un altro caso di violenza nel penitenziario di Avellino. A renderlo noto il segretario nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Emilio Fattorello.
Questa mattina nell’infermeria del carcere si è presentato un detenuto che pretendeva un intervento chirurgico di estetica dopo avere sostenuto una forte cura dimagrante. Alle osservazioni sollevate dal medico sui tempi di attesa e relative procedure per l’intervento, il detenuto prima alzava i toni e poi passare a vie di fatto aggredendo con violenza il dirigente medico responsabile dell’area sanitaria dell’Istituto. “Questo grave episodio va ad aggiungersi ad uno scenario inquietante, nella Casa Circondariale che il SAPPE ha da sempre denunciato”, si legge nel comunicato. Basti pensare che la scorsa settimana, sempre in Infermeria, un altro detenuto aveva strappato il telefono dalle mani dello stesso medico, parlando direttamente con il 118 pretendendo un intervento di un’ambulanza per un ricovero urgente, a suo dire, di un compagno di detenzione. Giunto, il 118 aveva rifiutato il trasporto in ospedale per mancanza di una condizione fisica grave. Il Sappe anche in altre occasioni ha ribadito le deficienze organizzative interne al Reparto della Polizia Penitenziaria ed, in particolar modo, l’assenza di una linea di comando che risulta inadeguata. “Corre l’obbligo ricordare le grosse criticità derivanti da un Organico del Corpo non adeguato alle esigenze di una realtà penitenziaria complessa – è evidenziato nella nota – come quella di Avellino che registra ad oggi una popolazione detenuta di ben 518 unità, che deve assolvere ai compiti istituzionali anche del Nucleo Provinciale delle traduzioni e della Sezione distaccata dell’ICAM di Lauro. Dove sono presenti 9 detenute madri con bambini che assorbono 33 unità dalla Pianta Organica di Avellino, “circostanza questa contestata che non può perdurare”. La carenza organica va ad aggiungersi “a gravi criticità relative alla vera e propria gestione dei detenuti che sempre più risultano insofferenti alle regole fondamentali per un luogo di detenzione quale quello Avellinese”, si sostiene ancora -. Il personale del Corpo è costretto a lavorare in turni massacranti non previsti dalla normativa,ricoprendo più posti di servizio, con una mole di lavoro particolarmente stressante al di sotto dei livelli minimi di sicurezza. Aspetto questo che si evidenzia dalla lettura dall’alto numero di assenze giustificate”. Viene peraltro precisato che non è solo il SAPPE che denuncia ciò. “Nello scorso aprile la commissione ispettiva del Capo del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria ha rilasciato ben 113 perentorie prescrizioni riguardanti i correttivi da apportare nelle varie aree della struttura. Per quanto riguarda l’esecuzione delle stesse sono stati avvicendati direttore e comandante del reparto”. “Bisogna evidenziare che un comandante titolare ancora in pianta stabile non è stato individuato. Pur nella necessità di imprimere quella costante e responsabile presenza operativa di verifica e controllo. Indispensabili per affiancare e supportare l’azione che il nuovo direttore, dottoressa Concetta Felaco sta ponendo in essere, in prima persona.” “Azione difficile e delicata che – viene sottolineato nella nota – purtroppo, il più delle volte la vede sola nell’agire. In questo modo, venendo meno quella linea di comando indispensabile in questo particolare momento strategico che necessita di un “gioco di squadra” come ripetuto in più occasioni dal provveditore dottoressa Lucia Castellano. Unità di intendi che non c’è, a discapito della sicurezza interna e della gestione delle risorse umane, sotto vari aspetti. Circostanze che verranno trattate tra le parti in un prossimo incontro fissato per metà settembre”.
