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La terza della quattro giorni del XIX congresso nazionale della CGIL, in corso presso il Palacongressi di Rimini, ha avuto come ospite il Premier Giorgia Meloni.

Evento storico: non solo perché la Meloni è il primo Presidente del Consiglio dell’area del centrodestra che ha preso parte ad un congresso della CGIL.
E a questo, aggiungiamo alla lista dei primati, che è la prima donna a capo di un governo della storia d’Italia.
Ma, in generale, la presenza di un premier sul palco di un congresso del sindacato più antico d’Italia non avveniva dal 1996; l’ultimo, prima di oggi, era stato Romano Prodi.

Di certo non è stata una calda accoglienza, quella riservata dal popolo della CGIL a Giorgia Meloni, che al suo arrivo è stata accolta dal segretario nazionale del sindacato, Maurizio Landini.
Tuttavia, non sono mancate le contestazioni da parte della minoranza degli iscritti della CGIL, seppur contenute vista la massiccia presenza di forze dell’ordine presente al Palas di Rimini.

A differenza di quanto previsto dal protocollo, Giorgia Meloni ha preferito fare il suo ingresso dalla porta principale,dimostrando di non temere ne fischi ne proteste.
All’arrivo della Meloni sul palco, la minoranza degli iscritti ha lasciato la sala con pugno chiuso e intonando Bella Ciao e lasciando in sala peluche a ricordare la tragedia di Cutro, che è stata definita dagli iscritti della CGIL “strage di Stato”.

Il segretario nazionale, Landini, ha ringraziato Giorgia Meloni per aver accettato l’invito al congresso e prima di lasciare il palco alla Premier si è rivolto ai suoi iscritti: “Voglio solo dire due cose, stiamo per vivere un momento molto importante di questo congresso. Abbiamo scelto di fare un congresso aperto e di voler parlare con tutti, imparando anche ad ascoltare. L’ascolto è importante per noi e anche per chi ha idee diverse da nostre. Chiedere di ascoltare è chiedere anche di essere ascoltati”.

Dal palco del Palacongressi di Rimini, nessun passo indietro da parte del Presidente del Consiglio sui temi del reddito di cittadinanza e del salario minimo, ne tantomeno sulla riforma del fisco approvata dal cdm nella seduta del 16 marzo, ma ha incentrato il discorso sull’unità nazionale, proprio in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia.
“Occorre fare gioco di squadra e io sono pronta a fare la mia parte, su alcune cose sarà molto difficile”, scandisce, “ma questo non significa che non si debba provare.
il confronto lo considero produttivo anche quando non siamo d’accordo – prosegue la Meloni- Se l’approccio è sincero io posso imparare molto, non intendo partire da alcun pregiudizio. Nel giorno dell’unità d’Italia vi voglio dire: rivendicate senza sconti le vostre istanze nei confronti del governo, io vi garantisco che quelle istanze troveranno un ascolto privo di pregiudizio, questo è l’impegno che mi sono presa con i cittadini e che io intendo portare avanti.”