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Venezia, Italia – Dagli Uffici CGIA, Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, è partita una denuncia riguardo i ritardi nei pagamenti della Pubblica Amministrazione. Un documento redatto grazie a dati Eurostat conferma l’Italia come una delle peggiori pagatrici tra le nazioni europee. Dati sempre più preoccupanti quelli riportati nel documento disponibile su www.cgiamestre.com.

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I numeri dei ritardi pagamenti della Pubblica Amministrazione

10 ministeri su 12 pagano le aziende fornitrici in ritardo. E non ritardi di qualche giorno. Grazie all’Indicatore di Tempestività nei pagamenti (ITP) è possibile confutare quanto la PA vada in affanno nel saldo dei debiti con i privati. Al primo posto troviamo “il Ministero dell’Interno che ha saldato le fatture ricevute con un ritardo medio di oltre 62 giorni. Seguono il Ministero della Difesa con oltre 36, lo Sviluppo Economico con quasi 28 e il Ministero delle Infrastrutture con quasi 27”, affermano gli Uffici CGIA.

Solo due sono i dicasteri che hanno rispettato i termini di scadenza. “Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (-7,27) e gli Affari Esteri (-20,34)”. Dati che rendono sconcertati e non poco. In particolare nel documento viene fatto un focus sulla problematica nel meridione d’Italia. Il record lo detiene il Comune di Salerno, con un ritardo di ben 360 giorni, seguono quello di Napoli con 314, Lecce 85, Avellino 69, Reggio Calabria 65, L’Aquila 51, Regione Campania e Comune di Catania con 48 giorni di ritardo, Comune di Palermo con 31. Anche a Torino, però, la situazione non è delle migliori con 148 giorni di ritardo.

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Fatture elettroniche ancora non del tutto integrate

La CGIA evidenzia che per legge i pagamenti devono essere effettuati dalla Pubblica Amministrazione nei termini di 60 giorni dopo l’erogazione della fattura elettronica. Metodo che, sempre stando al rapporto, nel corso degli anni si è sempre più migliorato anche grazie alla formazione dell’Istituto Siope+, che controlla l’ordine dei pagamenti della PA telematicamente. Questa cattiva abitudine, come afferma il documento in questione, che va avanti ormai da circa 15 anni trova le sue radici nelle mancanze di liquidità, i ritardi nei pagamenti internazionali, l’inefficienza di emettere certificati di pagamento da parte delle amministrazioni e le relative contestazioni che allungano il saldo.

Non si ha un quadro ben specificato dei debiti complessivi della pubblica amministrazione con le aziende private, che il più delle volte raggiungono anche accordi per accettare pagamenti oltre i termini di legge. Si stima però che nel 2019 i debiti della PA ammontassero a 47,7 miliardi di euro, per un giro di affari annuo di circa 140 miliardi che vede coinvolte circa un milione di aziende.

FONTE: AGI, Portale ufficiale CGIA Mestre

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