“In Italia la sanità soffre seri problemi che pesano sulla vita delle persone. Abbiamo una popolazione sempre più anziana e quindi ci vorrebbe una sanità più forte. I partiti però continuano a fare tagli su tagli. È evidente che se la popolazione invecchia aumentano pure i bisogni di cura e i malati cronici. Ma la classe politica non ha affrontato questo drammatico problema anzi ha ridotto le risorse al sistema sanitario nazionale!”. Così il portavoce di Unione Popolare Luigi de Magistris (nella foto).
“Il taglio al sistema sanitario – evidenzia – è stato stimato in 37 miliardi dal 2010 al 2019. In 10 anni sono stati chiusi 173 ospedali e 837 strutture di assistenza specialistica ambulatoriale. Sempre più bisogni, ma sempre meno risorse pubbliche. Di questi tagli sono responsabili sia il centrodestra che il centrosinistra che hanno tagliato la sanità governo dopo governo”. Ed aggiunge: “Non contenti, per rendere la situazione ancora peggiore dal 2012 al 2018, pur avendo 13mila laureati l’anno, c’erano solo 6400 borse per la specializzazione. Risultato? Mancano circa 50mila medici e 60mila infermieri. “ prosegue l’ex sindaco di Napoli.
“Tutto questo con lo scopo di ingrassare i privati perché se demolisci il pubblico, il privato ingrassa, perché i bisogni rimangono. In alcune province italiane, in 10 anni gli ambulatori privati sono triplicati. Una vergogna. Le conseguenze inquietanti della privatizzazione sono due: la classe media, impoverita con paghe più basse del 1990 e un’inflazione all’8%, paga due volte. Paga prima le tasse e paga la prestazione privata. I poveri stanno ancora peggio: non si curano neanche più. Già il rapporto Censis del 2017 ci ricordava che 12,2 milioni di italiani avevano rinunciato a curarsi. Questo sistema è una truffa ai danni dei cittadini. Servirebbero tra i 20 e i 30 miliardi in più all’anno per far funzionare bene la nostra sanità“, attacca ancora de Magistris.
“I politici insistono che non si può fare nient’altro che tagliare perché non ci sono i soldi. Eppure, per comprare armi i soldi non mancano mai. In un pomeriggio hanno trovato 13 miliardi da spendere in armi”.
“Noi faremo il contrario di quello che hanno fatto tutti i partiti di sistema, 5S compresi, alleati in un patto consociativo. Non spenderemo i soldi in armi, ma in sanità pubblica. Perché la salute non può essere un bene che si compra o vende nel mercato, solo se te lo puoi permettere. Ma un diritto garantito a tutte e tutti”, conclude il portavoce di Unione Popolare
