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Domenica sera intorno alle ore 20, 46 migranti – provenienti da Guinea, Burkina Faso, Mali e Costa d’Avorio – sono partiti da Sfax, in Tunisia. Purtroppo, la piccola imbarcazione che stavano utilizzando per il viaggio si è capovolta ed è affondata a causa delle condizioni del mare in tempesta.
Ieri, le operazioni di salvataggio dell’imbarcazione affondata, che si è verificata a circa 30 miglia a sud-est di Lampedusa, sono state particolarmente impegnative a causa del mare agitato con onde alte fino a 2,50 metri. Queste informazioni sono state fornite dalla Guardia Costiera, che ha offerto assistenza alle autorità maltesi nella zona in cui si è verificato l’incidente. Sul posto anche un aereo della Guardia Costiera italiana, impiegato per sorvolare l’area del naufragio alla ricerca dei dispersi.

Nove le vittime accertate della nuova tragedia, 23 superstiti: 8 salme, fra cui il cadavere di una bimba tra i 4 agli 8 anni, sono state sbarcate al molo Favarolo; il nono, un ragazzo tra i 18 e i 20 anni, è morto invece al poliambulatorio. La prefettura sta cercando di provvedere, con le imprese funebri locali, alla sistemazione dei cadaveri, in attesa che la Procura di Agrigento disponga il da farsi. Le motovedette, per tutta la notte, si sono occupate delle ricerche dei dispersi. Secondo quanto raccontato dai naufraghi, all’appello mancherebbero 15 persone, fra cui 3 minori. Sei migranti sono ancora ricoverati in gravi condizioni al Poliambulatorio di Lampedusa. Nelle prossime ore si capirà, sulla base del loro andamento clinico, se potranno essere dimessi e andare come gli altri 16 superstiti in hotspot o se dovranno essere trasferiti negli ospedali di Palermo o Agrigento.