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Cresce il tasso di abbandono degli studi universitari.
Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, negli ultimi 10 anni il 7,3% degli studenti di primo anno ha interrotto gli studi.

Tra le cause della rinuncia agli studi ci sono i costi delle università, il caro affitti, la scelta sbagliata della facoltà al termine del percorso scolastico, ma anche il periodo di pandemia ha inciso sulla vita degli studenti, dato che molti giovani hanno abbandonato l’università dopo il 2020.

Nel corso degli anni, i percorsi di laurea sono diventati per molti studenti ingenti spese e fonte di stress.
Ma a scoraggiare di più i giovani è la difficoltà a trovare lavoro una volta conseguita la laurea.   

Intervistato da La Repubblica, Salvatore Cuzzocrea, rettore dell’Università degli studi di Messina e presidente della Conferenza dei rettori italiani, è intervenuto sul problema dichiarando alcuni provvedimenti che la Crui è pronta a mettere in atto per cercare di arrestare l’emorragia dell’abbandono agli studi .

Uno di questi è l’introduzione dei test di accesso (Tolc) a Medicina già a partire dal quarto anno di scuola superiore.
O il riconoscimento negli atenei di alcuni crediti maturati negli Its, istituti tecnici superiori, istituendo così un percorso comune tra Academy e accademia, dato che molti studenti lasciano l’università proprio a favore degli Its.