Esce non esce? Lascia o raddoppia? E’ questo l’interrogativo che precede, in queste ultime ore, il confronto che ci sarà tra il premier Mario Draghi e il presidente del M5S Giuseppe Conte. Inutile sottolineare che la politica italiana sta conoscendo un momento molto delicato. Per la tenuta del governo, soprattutto. Mario Draghi sembra tranquillo e sicuro della linea dettata e seguita dal suo esecutivo. Giuseppe Conte, invece, per lo meno, così appare, ha qualcosa da dire. Da contestare. Dopo l’uscita dello scissionista Luigi Di Maio dai pentastellati, e con l’entrata in politica di Insieme per il Futuro, l’ex premier è proiettato nel difficile compito di tenere unito quello che resta del movimento, i cosiddetti ortodossi, che lo sostenne a spada tratta nella sua ascesa alla guida del governo. Appena tre anni fa. La strategia da adottare per “Giuseppi” potrebbe essere quella di uscire dall’alleanza ma di assicurare l’appoggio esterno al governo. Circostanza, idea a cui già il Pd, per bocca di Franceschini si è detto contrario. In questo caso, se confermato nelle prossime ore, l’unica strada da perseguire sarà quella della fine del governo e quindi dello scioglimento delle camere. Anticipando di qualche mese le elezioni politiche. Che si terranno nel 2023.
