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La rivista Vaccines ha pubblicato una ricerca sulla strategia di vaccinazione da applicare a breve alla popolazione italiana. Sarà un Modello Matematico a decidere la modalità più efficace di somministrazione del vaccino atteso per i primi mesi del 2021. Sarà possibile “modulare la somministrazione alle diverse fasce di popolazione in base all’evoluzione della pandemia” annuncia.

I SIGNORI DEI NUMERI

Dal team di ricercatori guidato dal neopresidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), il virologo Giorgio Palù già professore dell’Università di Padova, e dal matematico dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac) Giovanni Sebastiani, arriva la proposta di usare – come strumento utile ad affrontare la crisi pandemica in atto in tutto il mondo – un modello matematico.

Tale modello matematico sembra essere in grado di implementare e migliorare la risposta della campagna di vaccinazione contro il Covid-19.

La speranza è quella di riuscire se non a debellare, almeno a ridurre sensibilmente il numero dei contagiati.

Un modello matematico, dunque, come strumento per affrontare la pandemia e implementare una campagna di vaccinazione di massa in grado di assicurare il massimo risultato.

Allo studio, pubblicato sulla rivista Vaccines, hanno collaborato anche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e la Uov Sistemi Informativi.

PRIMA GLI ANZIANI E I BAMBINI!

Presto saranno disponibili differenti tipologie di vaccini, con effetti collaterali ed efficacia diverse gli uni dagli altri e sarà un problema di rilevante dimensione decidere chi avrà diritto o meno a vaccinarsi per primo.

A questo dilemma dovrebbe rispondere proprio il modello matematico incaricato di identificare il giusto mix di anziani e di giovani al fine di garantire il maggior impatto positivo possibile in termini di risposta all’azione vaccinale.

Tale selezione sarà effettuata in base ai numeri relativi all’evoluzione dell’epidemia in atto.

Dunque, dopo gli operatori sanitari ospedalieri e occupati nelle RSA, non sembra essere certo che la popolazione degli anziani sarà quella a beneficiare in tempi brevi del vaccino.

Si ritiene infatti più efficace adottare un sistema che, agendo su due differenti fronti, potrebbe avrebbe il pregio di tutelare le fasce più deboli e fragili, riducendo sensibilmente il numero dei ricoveri nelle terapie intensive e quello dei decessi da un lato, e quello di limitare la diffusione del virus da parte dei più giovani, notoriamente più portati ad aggregarsi e, spesso, senza prestare troppa attenzione alle indicazioni per la prevenzione.

Altra variabile presa in esame, oltre all’età anagrafica e al genere, sarà la presenza di una o più comorbidità nei soggetti.

Se tale mix fosse ben modulato potremmo essere di fronte a una grande vittoria e alla possibilità di ridurre i tempi di ripresa del nostro paese.