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A poche settimane di distanza dall’aggressione subita al termine della celebrazione eucaristica, don Giovanni Rigoli, parroco della chiesa di Santo Stefano di Varapodio (RC), ha subito un nuovo attentato.
Nelle prime ore della sera alcuni ignoti hanno dato fuoco all’auto del sacerdote, una Fiat Panda, e le fiamme hanno raggiunto anche le mura della chiesa.
Un gesto di una brutalità inaudita, avvenuto tra l’altro in un orario in solito, che lascia sgomentato Don Rigoli e tutta la comunità di Varapodio.
Come riportato dalla Gazzetta del Sud, in seguito all’aggressione dello scorso 15 gennaio, che ha avuto come movente il divieto di dare le condoglianze in chiesa al termine di una messa in suffragio per le direttive anti Covid, i carabinieri della Stazione locale di hanno fermato due uomini uno originario del luogo e l’altro del comune di Taurianova in seguito alle registrazioni delle telecamere.

La solidarietà al parroco

Già dopo l’aggressione del 15 gennaio il vescovo della Diocesi Oppido Mamertina-Palmi, Giuseppe Alberti, ha celebrato una messa nel comune di Varapodio in segno di solidarietà al parroco e alla comunità.
Mentre in seguito a quest’ultimo increscioso episodio Don Giovanni Rigoli ha ricevuto messaggi di solidarietà sui social, in particolare il sindaco di Varapodio, Orlando Fazzolari, che sul proprio profilo Facebook ha così commentato la vicenda.

“Ogni commento è inutile, siamo sprofondati, dobbiamo reagire con coraggio e determinazione, Varapodio non è questa, purtroppo la nostra immagine di paese eccellente ha subito una brutta inclinazione, adesso basta, dobbiamo reagire compatti per riappropriarci della nostra serenità. Esprimo piena solidarietà a nome mio e di tutta la comunità civile a Don Giovanni Rigoli. Invito tutta la cittadinanza a partecipare al consiglio comunale aperto che si terrà Lunedì alle ore 17, presso la sala del consiglio comunale. Tutti i cittadini sono invitati a partecipare!”