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Siamo nel 2024, in pieno sviluppo di un mondo in evoluzione, ma, purtroppo, la Calabria non ha seguito e inserito la marcia giusta per essere all’altezza della veloce corsa al modernismo.

Un riferimento pesante soprattutto per quanto riguarda l’emblema del futuro; IL TRASPORTO AEREO.

Una gestione unica, per la conduzione dei tre aeroporti che, per chiarezza di dati, desideriamo ricordare sono: CROTONE sul mar Ionio, LAMEZIA sul Tirreno, REGGIO CALABRIA sullo stretto a cavallo dei due mari.

Con l’aeroporto lametino “LEADER” del triangolo aeroportuale, per la sua centralità e la possibilità d’essere raggiunto da qualunque punto della geografia regionale.

Lo scalo non ha neppure un nome ma un generico “aeroporto della piana”; s’era suggerito, da più parti, FOLCO RUFFO di CALABRIA, il secondo in comando dietro l’asso aereo della prima guerra mondiale Francesco Baracca, nulla di fatto, tutto fermo tra un carosello di proposte che non hanno nulla a che vedere con il settore stesso.

Per gestire la qualità e la quantità del volo calabro, in termini flusso utenza e base per un turismo di massa, servono comunque persone veramente competenti, che vengano dalla struttura e siano del luogo.

Ci domandiamo, al momento, quali programmi, dopo il massacro covid 19, sono stati messi in percorso?

Quanti passeggeri hanno deciso di venire o partire dalla nostra regione?

Non abbiamo letto alcun dato reale, solo una serie di statistiche create a tavolino attraverso il computer e non materialmente verificabili, inoltre sembra che il flusso utenza su Lamezia, sia in diminuzione, ma nessuno a livello politico, salvo rari casi, s’impegna a rivalutare il centralismo aeroportuale dello scalo della piana.

Abbiamo appreso, per puro caso e come ultima nota, della riduzione d’attività della parafarmacia aeroportuale, con la parziale ricollocazione degli orari esclusivamente al solo mattino con il minimo del personale.

Cosa intende fare il comune?

Come si pone la provincia?

Dove finisce veramente l’interesse della regione?

Domande che, per il momento, non hanno risposte, ma solo vaghe ombre di dialoghi.

La SACAL gestisce tre aeroporti, a forma di triangolo, collocati in arie geografiche differenti per un flusso utenza costante in considerazione della celerità di collegamenti attraverso il mezzo aereo.

Dovrebbe farlo in modo equo fuggendo ai vari sofismi di campanile, cosa che, purtroppo, non avviene; facendoci ricadere nel vecchio metro del passato quando ognuno pensava solo al proprio orticello

Suggeriamo scusandoci, forse sarebbe il caso, che il suo vertice, lasci l’isolamento degli uffici direzionali, scenda tra i dipendenti per capire e sentire le loro necessità ed acquisire anche eventuali e possibili suggerimenti.

In tempi mutati e mutevoli, il percepire la storia direttamente, può diventare un vantaggio, per poter dare una svolta e una indicazione di compiti che permetta uno sviluppo, concreto e reale, diverso da quello attuale.

È strano e certamente diseconomico, chiamare da fuori regione personaggi per gli incarichi di dirigenza, costi elevati che gravano sul bilancio societario, mentre esiste, nel suo interno, gente locale capace di svolgere, attivamente, con impegno, il compito.

Quello che ci meraviglia maggiormente, purtroppo, da quanto apprendiamo, è il comportamento accomodante di alcune sigle sindacali che accettano, passivamente e senza discutere, situazioni stabilite dall’ente, totalmente contrarie alle forme di tutela sociale.

Ci si scusi nuovamente, ma il sindacalismo di certe parti ha forse inventato una nuova formula di rapporti?

Il CCNL esiste ancora?

Lo statuto dei lavoratori (ex-legge 300) è sempre valido?

Oppure con il correre del futuribile sono state abrogati e cancellati?

Ci sia concesso, il mondo dei rapporti, è tacitamente cambiato? Oppure, nel settore aereo calabro, si vuole istaurare una particolare forma di conduzione?

Umanamente è improprio e inapplicabile, viviamo in tempi moderni e non certamente nel buio di un passato cancellato dallo scorrere dello spazio.

A conclusione è nostro intento dare un consiglio ai dipendenti, impiegati e operai, ricordando loro che lavorano per vivere e non vivono solo per lavorare, nel rispetto delle personalità, dei diritti e doveri, in un rapporto bivalente che sia realmente all’avanguardia per la concretizzazione dei vari interessi.

Segreteria Regionale
Associazione Calabria Sociale

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