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L’affluenza alle urne è stata alta. La percentuale “bulgara” di voti andati a Putin è altrettanto alta, intorno al 90%%. Ai suoi avversari, per modo di dire perché allineati governativi, è andato poco anzi pochissimo.

Questa elezione conferma Putin a Presidente della Federazione Russa per altri 6 anni. Sarà il suo quinto mandato fino al 2030 e forse oltre. La prima volta, nel 2000, era succeduto a Boris El’cin di cui era primo ministro. Prima della conferma di queste votazioni Putin è stato alla guida della Russia dal 2000-2004, dal 2004-2008, dal 2012-2018, dal 2018 ad oggi. 

Agli osservatori politico-internazionali non è sfuggito il fatto che le votazioni russe si sono svolte in un clima di disparità e sotto sorveglianza governativa. Il Cremlino riesce a controllare tutto, dai media alle elezioni ad altro ancora. Gli oppositori di Putin o sono morti, ultimo in ordine di tempo Navalnyj, o sono stati resi inoffensivi con la esclusione dalle elezioni, come avvenuto per Nadezhin candidato antiguerra.

Durante le elezioni ci sono state forme di dissidenza con manifestazioni palesi e silenti. Tra questi l’immissione di inchiostro nelle urne, incendio di schede elettorali nei seggi ed altro. Tutte manifestazioni finte con arresti.

Poi ci sono quelle lanciate dagli oppositori in esilio o dai loro eredi e seguaci. Come l’appello Yulia Navalnaya, moglie di Navalnyj, che aveva invitato i russi che si opponevano a Putin a recarsi alle urne alle 12.00 del 17 marzo, come avvenuto. Anche lei l’ha fatto, a Berlino, mettendosi in fila per votare presso l’ambasciata russa assieme a molti altri; si è anche temuto il suo arresto una volta entrata nella sede diplomatica.

Ma c’è anche chi ha creduto e crede in Putin. Sono soprattutto gli anziani che l’hanno votato perché “se non Putin chi altro?”, secondo loro non c’era alternativa.

Poi ci sono i giovani, quelli che più di tutti non sono andati a votare, distanti dal mondo di Putin e contro la guerra.

Sulle elezioni si sono espressi anche leader occidentali che le hanno definite “ne libere ne giuste” perché gli oppositori di Putin sono stati imprigionati o resi ineleggibili. Il Presidente Ucraino Zelensky ha definito Putin un uomo “malato di potere” che fa di tutto per governare ad oltranza.

Putin nell’immediatezza dei risultati ha detto “saremo più forti e nessuno ci intimidirà”

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