Al via il conclave che eleggerà il nuovo Papa
Con la morte di Papa Francesco, avvenuta lo scorso 21 aprile — casualmente il giorno di Pasquetta — il trono di Pietro è rimasto vacante. La scomparsa di Jorge Mario Bergoglio, l’argentino che nei suoi dodici anni di pontificato ha guidato la Chiesa con la semplicità e l’umiltà degne del “Poverello di Assisi” da cui aveva preso il nome, ha commosso il mondo intero. Ma, come recita il noto detto “morto un Papa se ne fa un altro” e la Santa Sede, pur nel lutto per la perdita del suo capo, si è subito attivata per organizzare il conclave, chiamato a eleggere il successore di Francesco.
Quella che si apre oggi, mercoledì 7 maggio, nella Cappella Sistina è la tradizionale assemblea dei cardinali, che da secoli ha il compito di designare il nuovo pontefice. Il conclave per trovare il successore di Bergoglio, e dunque il 267° Papa della storia, si aprirà a breve con la messa “pro eligendo romano pontifice” che sarà celebrata dal cardinale decano Giovanni Battista Re all’interno della Basilica vaticana. I lavori, invece, inizieranno alle 16:30, mentre la prima fumata è prevista intorno alle 19:00.
Si tratta di un conclave destinato a entrare nella storia: è, infatti, il primo dell’era dei social, che ha trasformato l’elezione papale in un evento globale ipermediatizzato, con commenti in tempo reale e paragoni spesso irriverenti. Le austere figure dei cardinali, che nei prossimi giorni saranno al centro della scena, sono ormai percepite quasi come celebrità. Sono esclusi dalla Cappella Sistina i cardinali di età superiore agli 80 anni e il collegio cardinalizio è composto da 252 membri. Tra questi vi sono 135 elettori, provenienti da tutto il mondo ovvero quelli che possono votare ed essere eletti. Tuttavia, visto le defezioni dei porporati Canizares e Puljic per motivi di salute, il numero degli elettori è sceso a 133.
Tra questi cardinali che hanno la possibilità di diventare Papa, 108 sono stati nominati da Papa Francesco, 22 da Benedetto XVI e solo 5 da Giovanni Paolo II. Tra questi 53 provengono dall’Europa, 23 dall’Asia, 37 provenienti dalle due Americhe (20 da quella del Nord e 17 da quella latina), 18 dall’Africa e 4 dall’Oceania. Secondo i vari rumors è probabile che si continui sulla scia del Papa straniero, iniziata nel 1978 con l’elezione del polacco Karol Wojtyła. In questo caso i riflettori sono puntati sull’arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle e sul congolese Fridolin Ambongo Besungu, cardinale di Kinshasa.
Tuttavia, non è nemmeno remota la possibilità di riavere il Papa italiano, dal momento che ben 17 candidati provengono dal Bel Paese. In questo caso i papabili sono: il 70enne vicentino cardinale Pietro Parolin, grande conoscitore del Vaticano e potrebbe essere il collante ideale tra l’anima tradizionalista e quella riformatrice della chiesa. Il cardinale Matteo Zuppi, classe 1955, presidente della Conferenza episcopale italiana e uomo ideale per proseguire il lavoro iniziato da Papa Francesco. Quest’ultimo potrebbe essere l’uomo giusto in questa epoca dilaniata dai conflitti. Ai funerali del Santo Padre, fu proprio Zuppi a facilitare il vertice tra Trump e Zelensky.
Oltre ai due papabili principali, c’è anche la figura di grande rilievo del bergamasco Pier Battista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme. Uomo dal dialogo vero severo e punto di riferimento dei cristiani in Medio Oriente, Pizzabballa è un critico severo dell’uso politico della religione. Nel 2023 si è offerto spontaneamente ad Hamas in cambio degli ostaggi.
Altrettanto valido è il detto che in conclave “si entra papa e si esce cardinale” (Giuseppe Siri docet); pertanto non è escludere che gli elettori, sotto la guida dello Spirito Santo, scelgano una figura meno sospettabile. Una cosa è certa il successore di Papa Francesco è atteso da sfide epocali, molte delle quali iniziate dal defunto pontefice, come: le fine delle guerre, in particolare Ucraina e Medio Oriente, i cambiamenti climatici, il sacerdozio femminile e la stretta sugli abusi all’interno.