Attacco droni a Kiev: escalation Russia-Ucraina e rischi energetici
Mentre da mesi si tenta di trovare una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina, che dura ormai da tre anni e mezzo, i combattimenti continuano e la speranza di un incontro tra il leader del Cremlino, Vladimir Putin, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, resta un’utopia. A complicare ulteriormente i tentativi diplomatici è stato il massiccio attacco di droni russi che ha colpito Kiev: il più violento dall’inizio della guerra. L’offensiva, riferisce l’Ansa, ha provocato vittime tra i civili – soprattutto bambini – e pesanti danni a edifici residenziali, scuole e persino alla sede del governo ucraino.
La reazione internazionale è stata immediata, con i leader che hanno condannato fermamente l’attacco di Mosca. Parole dure ha espresso il Presidente della Commissione dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, il quale ha dichiarato: “Putin deride la diplomazia e calpesta il diritto internazionale”. Mentre il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha condannato l’accaduto, definendolo “un’escalation di ferocia”, e ha ribadito che l’Italia farà la sua parte per una pace giusta.
Il raid russo è stato condannato anche dal Presidente francese Emmanuel Macron e dal premier inglese Keir Starmer, mentre il leader di Kiev, Zelensky, nel suo discorso serale, ha chiesto una risposta forte da parte degli alleati e in particolare degli Stati Uniti.
È proprio da Washington che arrivano le condanne più dure: il segretario al Tesoro Scott Bessent ha minacciato di far crollare l’economia russa, mentre il Presidente americano Donald Trump ha confermato l’intenzione di procedere con nuove sanzioni, quelle che Putin ha evitato lo scorso 15 agosto, presentandosi al bilaterale in Alaska presso la Joint Base Elmendorf-Richardson di Anchorage. Intanto l’Unione Europea lavora al diciannovesimo pacchetto di misure contro Mosca, nonostante le resistenze di Ungheria e Slovacchia.
In questo scenario, il passo dal fronte militare a quello economico è breve. Alle minacce di sanzioni, la Russia ha risposto con Alexey Miller, numero uno di Gazprom, il quale ha lanciato l’allarme su possibili tensioni energetiche, denunciando ritardi nel riempimento degli stoccaggi di gas e minacciando l’Unione Europea in vista di un inverno rigido. Al 31 agosto, secondo Gas Infrastructure Europe, i depositi Ue sono al 78,68%, ben al di sotto del 93% registrato lo scorso anno. L’Italia è vicina all’obiettivo (89,26%), ma Germania e Paesi Bassi restano indietro. Secondo Bruxelles, l’obbligo del 90% entro il 1° novembre resta valido, ma la Commissione ha raccomandato flessibilità per evitare rincari.