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È stato approvato stamane in Consiglio dei Ministri il decreto lavoro contenente misure fino a 5 miliardi di euro: 3,4 di questi sono previsti nello scostamento di bilancio, approvato dal Parlamento nei giorni scorsi, mentre 1 miliardo e 600 milioni deriverebbero da una rimodulazione delle spese.

Prima di prendere parte alla riunione odierna del Cdm, il Premier, Giorgia Meloni, si è recata a Palazzo Madama dove è allestita la camera ardente del senatore di Fratelli d’Italia, Andrea Augello, scomparso il 28 aprile all’età di 62 anni.

Il provvedimento, illustrato ieri sera da una delegazione del Governo guidata dal Premier Meloni ai sindacati in un vertice a Palazzo Chigi, conferma il superamento del Reddito di cittadinanza che sarà sostituito dall’assegno di inclusione, il taglio di 4 punti percentuali del cuneo fiscale contributivo, le semplificazioni per i rinnovi dei contratti a termine con meno vincoli per le causali e l’aumento fino a 3000 euro del tetto per la detassazione dei bonus aziendali e dei rimborsi per le bollette per i dipendenti con figli a carico per il periodo di imposta 2023.

Ma sulla riunione del Consiglio dei Ministri di oggi è scoppiata la polemica da parte di sindacati: il segretario della CGIL, Maurizio Landini, ha definito la scelta del governo di convocare il Consiglio dei Ministri il primo maggio come un “atto un po’ di arroganza e di offesa nei confronti dei lavoratori”.


Non si è fatta attendere la replica del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha così ribattuto al segretario della CGIL: “Non è una mancanza di rispetto, è un segnale e mi sarei aspettata un ‘bravi’.
E vorrei ricordare al segretario Landini –prosegue il Premier- che il primo maggio ci sono molte persone che lavorano, dai camerieri ai medici, dalle forze dell’ordine fino ai tecnici che consentono lo svolgimento del concerto di piazza San Giovanni”.

Dopo i malumori di ieri sera, al termine del confronto a Palazzo Chigi, i segretari dei tre sindacati confederali, CGIL, CISL e UIL, hanno attaccato, dal palco della manifestazione del 1° maggio a Potenza, i provvedimenti del governo.
Il numero uno della CGIL, Maurizio Landini, si è così espresso in merito al decreto lavoro: “Si allarga la precarietà, si fa cassa tagliando sul reddito di cittadinanza, non siamo d’accordo.
Stanno mettendo toppe ma serve una strategia per chi non arriva a fine mese –
prosegue Landini. Questa cosa vuol dire non dare un lavoro si giovani perché mentre si pensa di tagliare il cuneo fiscale, dall’altra parte si pensa di fare una riforma fiscale senza confrontarsi con noi dove si va verso la flat tax senza affrontare la questione dell’evasione e della redistribuzione della ricchezza”.

Mentre il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, ha parlato del rapporto tra governo e sindacati: “Bisogna ripartire dalla centralità del lavoro. Il filo del dialogo con il governo nelle ultime settimane è caduto, con troppi provvedimenti approvati senza coinvolgere le parti sociali. Quel filo deve essere ripreso e rafforzato. Reso stabile e affidabile”.

Duro anche il segretario generale della Uil, PierPaolo Bombardieri: “Il Governo oggi si occupa di lavoro, peccato che siano passati sei mesi senza che se ne sia occupato.
Avevamo perso le tracce dopo i primi due incontri Siamo preoccupati per le decisioni che stanno emergendo.
Il rischio è che, con quel provvedimento, aumenti la precarietà perché potranno essere utilizzati contratti a tempo determinato per la durata di tre anni”
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