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“Abbiamo avuto conferma che l’on. Donzelli non ha avuto accesso agli atti presso il Ministero come aveva goffamente provato a giustificarsi in aula.

La rivelazione deriva, per sua stessa ammissione, dall’on. Delmastro Delle Vedove, che, in qualità di sottosegretario alla giustizia con delega al Dap , ha accesso a informative coperte da segreto.

Ne ha svelato il contenuto perché il collega Donzelli potesse usarle strumentalizzandole contro il Pd. Dunque, non c’è più solo un problema Donzelli che non può restare secondo in più in un ruolo delicato come il Copasir (la sicurezza degli italiani è in pericolo se il vice presidente del Copasir è un divulgatore di notizie riservate e facendolo non si rende nemmeno conto di avere commesso un illecito).

C’è anche un caso Delmastro Delle Vedove che non può restare un secondo di più al Ministero. La presenza di un soggetto che rivela le informazioni più riservate e delicatissime per la lotta alla mafia e al terrorismo non può rimanere un secondo in più a via Arenula. Se però la presidente Meloni non interviene allora c’è un caso Meloni perché, visti i rapporti che ha con i due, se non li invita alle dimissioni, siamo autorizzati a pensare che abbia approvato o tollerato il piano e la strategia dei due esponenti di Fratelli d’Italia”.

Queste le parole del capogruppo del Partito Democratico, Debora Serracchiani a seguito del discorso in Parlamento del vicepresidente del Copasir, Giovanni Donzelli, il quale ha citato i colloqui in carcere tra l’anarchico Cospito ed esponenti della criminalità organizzata.

A commentare, aspramente, l’accaduto anche il segretario di Azione, Carlo Calenda

“Delmastro si deve dimettere per la semplice ragione che in nessun Paese civile due persone che vivono insieme, che si frequentano nella vita privata, gli viene data un’intercettazione che l’altro usa in aula che non potrebbe avere. Non esiste in nessun paese, non siamo la Repubblica delle banane. Io ho grande stima di Nordio, credo che questa volta debba intervenire e spiegare che così non si può fare perché non esiste passare informazioni riservate magari che erano utili agli inquirenti e spiattellarle in aula per un dibattito che non ha nessun senso”