Il governo sta affrontando la sfida più importante degli ultimi decenni: quello di impiegare i fondi europei nel miglior modo possibile e, soprattutto, nei tempi previsti per rimodulare il testo del decreto in modo da renderlo compatibile con le esigenze e le condizioni richieste.
La commissione Bilancio si riunirà questo pomeriggio, dopo lo slittamento della seduta di questa mattina, dove si discuterà del prosieguo dell’esame dei 30 articoli del decreto.
L’obiettivo del provvedimento è il rafforzamento organizzativo e amministrativo di ministeri ed enti locali, ponendo l’accento per le amministrazioni che applicano il PNRR.
Nella bozza del decreto, che sarà preso in analisi dal Consiglio dei Ministri nella seduta di giovedì, è previsto un monitoraggio delle riforme della P.A. e disposizioni in materia di servizio di pubblica utilità.
Sul fronte assunzioni, sono in arrivo circa 3.000 nella Pubblica Amministrazione: 1.700 sono straordinarie e un migliaio, fra il 2023 e il 2026, per le forze dell’ordine.
Oltre mille assunti sarebbero destinati ai Ministeri, fra dirigenti, funzionari e assistenti.
Fino al 31 dicembre 2026 gli enti locali (Regioni, Province e Comuni) potranno stabilizzare, nei limiti della dotazione organica, il personale non dirigenziale assunto a tempo determinato che abbia prestato servizio per almeno 36 mesi.
Le amministrazioni pubbliche, fino al 2026, potranno trattenere in servizio i dirigenti con specifiche professionalità o conferire incarichi dirigenziali a personale in pensione, che resteranno in carica per un massimo di due anni.
Tuttavia, non mancano le polemiche sull’attuazione dei progetti del PNRR.
Stamane, nel corso della trasmissione Agorà, programma mattutino in onda su Rai 3, è intervenuto il Capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, che, in merito ai fondi del PNRR, ha “se entro il 2026 alcuni progetti non si riesce a finirli, piuttosto che spendere male i fondi europei meglio non spenderli”.
Arriva puntuale la smentita del Premier Giorgia Meloni: “non abbiamo mai preso in considerazione l’idea di rinunciare a parte dei fondi.
Al contrario -prosegue il Presidente del Consiglio -, l’obbiettivo condiviso è quello di spendere tutti i fondi europei”.
Attaccano le forze politiche dell’opposizione che trovano inammissibile che il governo sia diviso proprio su uno dei temi più importanti.