Dal Rugby a Sanremo, il 75esimo Festival lo vince Olly l’ex capitano del CUS Genova

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Dal Rugby a Sanremo, il 75esimo Festival della canzone italiana lo vince Olly l’ex capitano del CUS Genova.

Olly, vero nome Federico Olivieri, ha cominciato a cantare negli spogliatoi dello stadio Carlini per festeggiare le vittorie del Cus Genova Rugby. Al termine di ogni partita con la divisa biancorossa sporca di fango. In campo lottava, prendeva colpi era veloce.. Quando i compagni facevano partire la musica, lui era il primo a salire sulle panche per cantare.

Il cantautore genovese classe 2001 è tornato per la seconda volta a Sanremo con Balorda Nostalgia, un brano che racconta di momenti vissuti e irripetibili, in amore come nella vita. Prima dei successi e del ritorno al Festival però nel passato di Olly c’è stata la palla ovale. La Nazionale sfiorata, gli infortuni e lo scegliere di andare a studiare a Londra lo hanno portato verso un’altra strada, la canzone, e la vittoiria del 75esimo Festival di Sanremo.

 Da capitano del Cus Genova, ha ereditato la fascia della Selezione regionale ligure. La Federazione lo aveva convocato anche nell’Accademia del nord-est. Olly giocava a numero 8, centro terza linea.  Francesco Nast, l’allenatore di Federico Olivieri dall’U14 all’U16:

• “Era il nostro capitano, il più forte del gruppo. Con lui in campo abbiamo vinto tantissimi tornei. Aveva un fisico eccezionale pure da piccolo. Gli avversari si scansavano quando dovevano placcarlo. Se avesse continuato a giocare sarebbe arrivato in Nazionale. Era un giocatore intelligente, sfruttava il momento buono per uscire dalla mischia e servire il mediano. A 16 anni era già alto 1.90 per 90 chili, con quella fisicità servivano due o tre avversari per fermarlo. Vincevamo le partite pure 50 o 60 a zero. Ma è sempre stato un generoso, giocava per i compagni e passava sempre il pallone. Nei tornei internazionali a Parma e Rovigo ha anche sfidato le formazioni giovanili del Sudafrica.”.

Piero Zaami, allenatore di Olly in U18:

• “Gli dissi che avevamo bisogno del nostro capitano, doveva stringere i denti. Si avvolse il quadricipite in una fascia strettissima e corse in campo. Olly ha sempre resistito alle botte, non mi ha mai chiesto di essere sostituito. Federico è stato un leader per tutto il gruppo. Inarrestabile anche nel terzo tempo. Con la squadra mangiavamo e bevevamo. Nel rugby è un momento sacro, nessuno può andare via. Una volta finito lui era il primo a dare il buon esempio ai compagni aiutando a sparecchiare e ripulire”.

Olly:

• “Ringrazio tutti, ciao pà, ciao mà, è successo. La prima sera ero molto teso e ho fatto una performance di pancia mentre il giovedì ho cercato almeno nella prima metà del brano di concentrarmi perché è un po’ di tempo che studio tecnica e ho cercato la giusta dose di concentrazione. Ho scoperto Vasco tardi, inizialmente venendo da un mondo di ascolto diverso non è che lo comprendessi molto. Finché JVLY mi ha portato a un suo concerto a Torino ed è stato uno dei più incredibili che abbia mai visto, lì ho capito la sua potenza e poi ho recuperato il suo repertorio. Ma lungi da me scimmiottarlo.
• Nella prima stesura di “Bastarda nostalgia” non aveva una strofa, poi pensando di portarla su questo palco ho cambiato qualcosa a partire dal titolo che in origine era Bastarda Nostalgia. E mi fa pensare a mia nonna quando non ha voglia di fare qualcosa, mi rendo conto che è un termine ligure, un termine un po’ insolito che mi piaceva. Da tanto credo in quello che faccio, lavoro al massimo col mio team, ho cercato di circondarmi delle persone migliori e anche di chi, se serve, mi riporta con i piedi per terra. Passo da Genova per un po’ di coccole con i miei, poi come detto ho un tour già sold out.
• Dopo la sera di giovedì mi hanno detto che Simon Le Bon voleva conoscermi, mi ero esibito poco prima e mi ha reso orgoglioso, non capitano tutti i giorni commenti da personaggi di questo calibro. La mia vittoria è tutto quello che è successo fino a oggi, io sono qui contento per quello che ho costruito”.

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