La domenica del Nord Italia? Profuma di ossobuco e risotto allo zafferano
L’odore del brodo che sobbolle, il rintocco delle stoviglie, la tavola che si allunga: nel Nord Italia la domenica è (ancora) un rito.
Se in Piemonte trionfano brasati e bolliti, tra Lombardia e pianura padana la copertina di Linus è una: ossobuco alla milanese “in bianco” con risotto allo zafferano. Un piatto che racconta l’anima della città operosa — essenziale, elegante, sostanziosa — e che mette d’accordo nonne e nipoti.
Perché proprio ossobuco + risotto
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Tradizione: l’ossobuco “in bianco” (senza pomodoro) cuoce lentamente con cipolla, vino bianco e brodo. La chiusura è la gremolata — prezzemolo, aglio, scorza di limone — che dona il tocco fresco e agrumato tipico milanese.
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Abbinamento perfetto: il risotto allo zafferano (alla milanese) fa da cuscino cremoso, raccoglie i succhi del braise e valorizza il midollo, protagonista del taglio.
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Ritmo domestico: è una ricetta che ama i tempi lunghi, ideale da “mettere su” mentre la famiglia arriva e il forno cuoce le verdure.
La ricetta della domenica
Ossobuco alla milanese “in bianco” con risotto allo zafferano
Dosi: 4 persone · Difficoltà: media · Tempo: 2 h circa (attivo 40’)
Ingredienti
Per l’ossobuco
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4 ossibuchi di vitello da 300–350 g cad., spessi 3–4 cm
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Farina 00 q.b. per infarinare
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30 g burro + 2 cucchiai olio extravergine
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1 cipolla grande tritata fine
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150 ml vino bianco secco
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500–600 ml brodo caldo (carne o vegetale)
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Sale, pepe
Gremolata (finitura)
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Un bel mazzetto di prezzemolo tritato finissimo
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Scorza di 1 limone non trattato (solo parte gialla)
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1 spicchio d’aglio piccolo tritato a crema
Per il risotto allo zafferano
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320 g riso Carnaroli (o Vialone Nano)
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1 piccola cipolla tritata fine
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30 g burro + 20 g per la mantecatura
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30 ml vino bianco secco
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1,2 l brodo caldo
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Zafferano: 0,15–0,20 g di pistilli (oppure 2 bustine)
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40 g Grana Padano o Parmigiano Reggiano grattugiato
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Sale q.b.
Opzionale (tradizionale): un cucchiaio di midollo di vitello, sciolto all’inizio del risotto; aumenta rotondità e profumo.
Procedimento
1) Prepara l’ossobuco
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Incidi la pellicola esterna dei garretti in 2–3 punti (evita che si arriccino), asciuga e infarina leggermente.
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In casseruola larga scalda burro+olio, rosola gli ossibuchi 3–4’ per lato a fuoco medio–alto; sala e pepa. Togli e tieni da parte.
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Nella stessa casseruola stufa la cipolla 8–10’ a fuoco dolce; rimetti la carne, sfuma con il vino e lascia evaporare.
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Copri a filo con brodo caldo, abbassa al minimo, coperchio leggermente scostato. Cuoci 1 h 15’–1 h 30’, girando una–due volte: devono risultare teneri ma integri; aggiungi brodo se serve. Regola di sale e pepe.
2) Fai il risotto allo zafferano (negli ultimi 25’)
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Metti i pistilli in infusione in 2 mestoli di brodo caldo (10–15’).
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In casseruola: burro, cipolla stufata 5’, aggiungi il riso e tosta 2’. Sfuma col vino.
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Cuoci aggiungendo brodo caldo poco per volta, mescolando: 15–16’ circa. A metà cottura versa l’infuso di zafferano (con i pistilli).
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Fuori fuoco manteca con burro e Grana; regola di sale. Il risotto deve “all’onda”.
3) Finitura e impiattamento
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Mescola prezzemolo, aglio e scorza di limone per la gremolata.
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Porzione di risotto, sopra un ossobuco con il suo fondo. Spolvera con gremolata al momento.
Consigli del cronista di food
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Carne: chiedi tagli con osso “pieno” di midollo, spessore regolare (3–4 cm).
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Cottura dolce: l’ebollizione aggressiva indurisce; la chiave è il fremito.
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Salse pulite: se il fondo è troppo liquido, alza leggermente la fiamma a coperchio aperto negli ultimi 5’.
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Abbinamento vino: contrasti e territorio. Sulla versione “in bianco” stanno bene Lugana, Franciacorta Satèn o un Gavi; per chi predilige rossi, scegli un Nebbiolo giovane e non troppo estratto.
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Anticipi furbi: l’ossobuco migliora se riposa; puoi cuocerlo al mattino e rigenerarlo dolcemente per il pranzo.
Varianti del Nord che fanno domenica
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Piemonte: brasato al Barolo con polenta morbida.
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Veneto/Lombardia: bollito misto con salse.
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Valtellina: pizzoccheri quando arriva il freddo.
Le tavole cambiano, il minimo comune denominatore resta la lentezza.

La Redazione di PerSempreNews