Aspettando Italia – Inghilterra: le emozioni del calcio rosa
Aspettando il big match internazionale Italia – Inghilterra allo stadio Maradona, a scendere in campo, per il calcio rosa l’Ussi – Unione Sportiva Stampa Italiana con il Presidente Gianfranco Coppola, caporedattore vicario della Rai, la FGCI LND Carmine Zingarelli, con Simona Rolandi, inviata Rai, Katia Serra, ex azzurra e voce tecnica Rai e autrice del libro “Una vita in fuorigioco”.
A condurre il pomeriggio sportivo all’insegna del calcio femminile Sabrina Uccello e tra gli ospiti: Lello Carlino Presidente Napoli femminile, Mario Zaccaria, società e atlete come l’azzurra Fabiana Vecchione.
Leggiamo insieme cosa mi hanno raccontato i protagonisti di questo speciale incontro.
Gianfranco Coppola, giornalista Rai e Presidente USSI
Presidente Coppola, il calcio rosa da scommessa a realtà mai titolo più azzeccato…
“Sicuramente due grandi scuole calcistiche. Una volta esisteva anche il torneo anglo-italiano che andava dalla Serie A alla Serie C e quindi si confrontavano in Europa le migliori. Una sfida di grande fascino che noi abbiamo voluto analizzare sotto due aspetti: il calcio femminile portando il “meglio” in questo momento del racconto con la Rolandi e della esperienza di calciatrice e di opinionista con Katia Serra. Poi i giornalisti: noi siamo una figura in evoluzione ma in fondo rispondiamo ad un vecchio diktat: andare – osservare – raccontare. Quindi sentiremo i giornalisti italiani che vivono in Inghilterra come vivono il rapporto con calcio inglese e viceversa corrispondenti da Roma che parlano di questo. In fondo senza pregiudizi noi dobbiamo raccontare quello che è: e “senza pregiudizi” noi ce la faremo”.
Gira voce che presto potremmo leggere un suo libro sul tanto atteso…non diciamo la parola per scaramanzia….
“Per ora è in gestazione….ma tra qualche giorno capiremo.


Lello Carlino, Presidente Napoli Femminile
Presidente Carlino, il calcio femminile è una realtà in crescita: dove stiamo andando?
“Stiamo andando verso qualcosa che nessuno si aspettava: le donne giocano a calcio, giocano bene, migliorate tecnicamente, abbiamo tantissime richieste, purtroppo non abbiamo gli spazi per farle giocare tutte. Ci auguriamo che finalmente ci diano una struttura per far giocare il Napoli femminile perché vogliamo ritornare a Napoli. Oggi siamo nomadi tra Pozzuoli e Cercola e vorremmo ritornare al nostro Collana. È il nostro sogno, ritornare dove siamo nati”.

Lei ha lanciato un “assist” al Napoli di De Laurentiiis…
“Lo abbiamo già detto in tempi non sospetti: a noi farebbe piacere unificare il settore giovanile, sarebbe un grosso indotto, e potremmo, insieme, diventare tra le squadre più forti con gli Under 15 e 17 ed essere più competitivi anche al Nord. Mi auguro davvero che prima o poi si faccia qualcosa”.
Perché ha scelto le donne?
“Perché le donne sono state sempre al centro della mia vita come mia madre, il mio faro, o come in Carpisa e Yamamay l’80% è femminile. Con le donne ho un rapporto speciale, dialogo meglio, sono molto fantasiose soprattutto per chi fa moda, veloci. E le trovo più intelligenti degli uomini”.
La categoria ringrazia. Le donne in campo hanno un altro FairPlay?
“In 20 anni, vi assicuro mai visto, né da avversari né dalle mie ragazze quello che vediamo purtroppo tutte le domeniche nel maschile. Tra le calciatrici è molto raro”.
Prossimo match?
“Le ragazze vanno viste perché chiunque è venuto a vederle si è innamorato ed è tornato. È un invito a vedere le ragazze domenica 26 marzo a Cercola ore 15: 00. Abbiamo il Cesena, partita fondamentale, ingresso libero, vi aspettiamo!”.
Fabiana Vecchione, azzurra beach soccer

Perché hai scelto questo sport e dove vuoi arrivare?
“È il calcio che ha scelto me, quando ero piccola avevo una passione innata, l’ho coltivata da sola contro i pregiudizi dei miei genitori e delle persone. Con il calcio fortunatamente è andata bene, è diventato un lavoro e ringrazio chi ci ha creduto. Poi ho conosciuto il fantastico mondo del beach soccer dove ho indossato la maglia della Nazionale e non riesco a farne a meno: una volta che arrivi a certi livelli è difficile tornare indietro e smettere. Alterno calcio e beach soccer”
Simona Rolandi, inviata Rai
Volto della Rai e del mondiale, degli europei, oggi sei qui per il calcio femminile. Hai raccontato della difficoltà di una donna che parla di sport in un ruolo tipicamente maschile e del valore di questo Sport in rosa

“Il calcio in rosa da scommessa a realtà, ne abbiamo parlato oggi pomeriggio. E quindi è un’emozione essere qui perché mi sento parte di un qualcosa che è cresciuto di anno in anno. Siamo arrivati al professionismo nel luglio 2022, devo dire grazie alla Rai che ha dato visibilità alla Nazionale Femminile tutto questo è stato possibile. È una grande emozione essere qui accanto a Katia Serra che ha condiviso con me momenti importanti per l’Italia femminile e proprio perché, al di là di tutte le manifestazioni che ho commentato primariamente nel calcio maschile, quello che ho avuto la fortuna di fare, come gli Europei dello scorso anno e il Mondiale femminile, mi hanno lasciato qualcosa in più dal punto di vista delle storie umane”.
Tanto studio, tanto merito, hai ricordato un episodio davvero eclatante quando, in diretta Rai manca la squadra in campo…
“Si. Manca la squadra, manca il secondo tempo della partita perché si spengono le luci dello stadio e quindi non è possibile trasmettere una partita che non c’è però la rete non riprende la linea dando un telefilm ma ci comunica “continuate voi a parlare di calcio femminile”. Avrò fatto cento domande a Katia Serra e lei ha risposto per cento volte dicendo cose intelligenti, ne avevo tante, mi sono sempre molto documentata e se io non fossi stata preparata e anche Katia, avremmo fatto una brutta figura. Eravamo su Rai Due”.
Katia Serra ex calciatrice commentatrice Rai
Una vita in fuorigioco, oggi hai presentato il tuo libro, che storia racconta?

“Racconta un sogno che è stato quello di giocare a calcio negli anni ‘80 in Italia quando anche solo pensarlo era qualcosa di impensabile e realizzarlo ancora complicatissimo. Gli ostacoli erano tanti e nessuno ti aiutava a provarci. E quindi racconto questo lungo percorso dal sogno che diventa realtà prima da calciatrice poi da commentatrice del calcio maschile, dove ancora oggi sono fondamentalmente la sola a farlo. Nulla mi ha mai fermata, mi sono impegnata per costruire quello che mancava. In questo senso il libro è un lungo percorso in campo e fuori dal campo anche come sindacalista delle calciatrici”.
Hai vinto tanto e hai raggiunto tanti risultati
“Sì ho vinto tanto, ho avuto la possibilità di giocare a calcio ad altissimi livelli, di indossare la maglia della Nazionale…un emozione impagabile. Faccio parte di una generazione che, oltre a giocare al calcio, ha dovuto sempre trovare stabilità economica e certezze del futuro attraverso il lavoro. E quindi non ci siamo potute solo dedicare al calcio a tempo pieno, come invece per fortuna accade oggi: è stata una vita piena, ricca di tanti sacrifici ed esperienze formative che non solo mi hanno fatto diventare una brava atleta ma mi hanno costruito come donna, una donna che è uscita dall’ordinario, dagli stereotipi che ha intrapreso una strada alternativa, una scelta sentita”.
Hai sottolineato che il corpo delle donne, nell’immaginario collettivo, vada trattato con delicatezza senza pensare che possa essere praticare uno sport di “ di scontro”
“Si perché nell’immaginario da bambina ti avvicinano alla danza alla ginnastica, alla pallavolo ma non a sport dove c’è lo scontro fisico come il calcio, la pallanuoto quindi non siamo ancora abituate all’idea che anche dovendo mettere su una fisicità abile a vincere degli scontri fisici si può rimanere femminili, la femminilità non è legata solo al canone estetico ma racchiude il carattere, la personalità e quello che ogni donna vuole esprimere nel suo percorso”.
Con i calciatori che rapporto hai?
“Ho notato alla fine dipende molto dalle persone. Negli anni ho incontrato colleghi che si sono subito messi alla pari sia nel giocare che nel parlare di calcio con me come se fosse la cosa più naturale di questo mondo, ma tanti altri invece mi hanno sempre tenuta a distanza, forse perché non abituati a questo confronto oppure perché ci guardavano dall’alto in basso perché ai miei tempi effettivamente la distanza tra calcio maschile e femminile era molto ampia, adesso è diminuita. Dai racconti delle giovani calciatrici noto che c’è molta più apertura ed accoglienza da parte dei calciatori che sono diventati loro stessi i primi sostenitori del calcio femminile”.
Nel tuo libro i contributi di Arrigo Sacchi, Lele Adani, Damiano Tommasi: il gota del calcio
“Siamo nel gota perché tra tante esperienze professionali ho avuto la fortuna di poter collaborare con uomini di calcio importanti, con loro tre ho un legame speciale che va al di là della professione, è nata una vera stima reciproca, un’amicizia, una condivisione e quando ho chiesto loro di dare un contributo al mio libro mi hanno detto subito sì senza voler sapere nulla di più. Questo per me è stata una grande gratificazione.
Hai fatto gol
“Si ho fatto gol e con loro sono in gioco”.
Da Napoli è tutto…linea al Maradona per il grande match di qualificazione ai Campionati Europei giovedì 23 marzo ore 20:45 Italia Inghilterra
Giornalista e conduttrice televisiva, crede in una stampa libera e ritiene che “una cronista debba sempre consumare la suola delle scarpe”. Il suo motto? “Io vivo la vita e scrivo cio’ che vedo” di Anna Politkovskaja.