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Il 29 e 30 maggio si è tenuta presso la sede di Monte Sant’Angelo dell’Università Federico II di Napoli l’inaugurazione del Centro Computazione Quantistica con l’esposizione di un nuovo computer quantistico a superconduttori da 24 qubit.

Informazioni utili da sapere

Negli ultimi anni la ricerca e lo sviluppo nel campo della computazione quantistica ha visto un aumento esponenziale di fondi investiti e di interessi economici pubblici e privati.
Ad oggi, nonostante la realizzazione dei componenti necessari abbia raggiunto un livello di standardizzazione e competenza sufficiente, stiamo comunque vivendo una fase pioneristica molto simile a quella vissuta con la prima rivoluzione informatica: si riescono ad assemblare e realizzare i dispositivi ma ma le potenzialità ed i campi di applicazione di questa tecnologia sono ignoti ed in continua espansione. Basti pensare all’offerta di Google di un premio in denaro per chi dovesse scoprire nuovi campi di applicazione ed usi pratici così da non limitarsi ad impiegare i suoi quantum computer “soltanto” per la risoluzione di problemi.

Di conseguenza, eventi come la suddetta inaugurazione sono molto importanti perché offrono, in un contesto pubblico privo di particolari interessi economici e lucrativi, a diversi dipartimenti, università e ricercatori la possibilità di testare le proprie teorie ed i propri studi senza dover sottostare ad stringenti limiti, obblighi ed interferenze di aziende private che a loro volta stanno lavorando in questo campo. Tutto questo permette quindi la nascita di un clima di elevata collaborazione e condivisione dei risultati favorendo e velocizzando la ricerca e la scoperta di nuove modalità d’uso della tecnica attuale.

Il computer quantistico

Le prime domande a sorgere spontanee per un non addetto ai lavori sono “qual è la differenza tra un computer classico ed un computer quantistico a superconduttori? E quali sono le potenzialità di questa tecnologia?”. Proprio per questo, grazie alla disponibilità ed ospitalità del team di ricerca del “qtlab (Quantum Technologies Lab)” della Federico II, abbiamo visitato il laboratorio dov’è situato il computer recentemente inaugurato e ricevere alcune spiegazioni ed informazioni sul progetto e su questa tecnologia.

La principale precisazione che ci è stata fatta è che, considerando l’impossibilità di prevedere chiaramente tutte le potenzialità ed applicazioni concrete di questi nuovi computer, il principale vantaggio è la maggiore velocità e precisione nella risoluzione di problemi che oggi richiedono lunghi e complessi processi di calcolo per i computer classici unita alla possibilità di svolgere simulazioni di sistemi quantistici che aiutano a migliorare questa tecnologia e fare nuove scoperte in questo campo.

Tra gli esempi che ci sono stati forniti ci sono la considerevole rapidità ottenuta nella risoluzione di problemi di scomposizione in numeri primi (campo fortemente collegato a tutto il mondo e gli studi di crittografia); la possibilità di risparmiare tempo e risorse nei processi di sviluppo o studio di nuovi materiali o molecole al momento, con la computazione classica, richiedono tempi e potenze di calcolo impraticabili per i ricercatori e/o le aziende che non possono di certo attendere archi temporali che spaziano tra più generazioni per ottenere dei risultati.

La capacità e la “potenza” di un computer quantistico a superconduttori è legata al numero di qubitdisponibili che possono sia essere impiegati come singole unità logiche fondamentali della computazione, sia essere raggruppati tra di loro per operare come una singola unità logica con maggiore stabilità.

Come la Federico II ha ottenuto questo computer ed i suoi prossimi impieghi

L’Università Federico II di Napoli, grazie ai fondi del PNRR, ha potuto acquistare da aziende private (tra le quali la QuantWare e la Bluefors) il necessario per il funzionamento di un nuovo computer quantistico a superconduttori da 24 qubit, con la possibilità (ed obiettivo per la fine del 2024) di estendere il numero di qubit a 40. Tutto ciò a seguito di primi esperimenti per ricerca e sviluppo svolti su un computer quantistico a 5 qubit da parte della stessa QtLab.

Al termine dell’inaugurazione, il nuovo computer, esposto senza tutti i componenti di copertura per permettere ai visitatori di vederne i componenti interni, sarà chiuso e sottoposto ad un’attenta calibrazione che sarà poi seguita dalle operazioni di “benchmark.
Una volta ottimizzate le performance delle diverse operazioni necessarie al funzionamento del quantum computer, si procederà gradualmente verso un processo che punta a permettere un controllo in cloud del sistema così da facilitare anche la cooperazione con altri dipartimenti di ricerca.

Perché il Centro Computazione Quantistica è così importante

Durante la nostra visita presso il laboratorio della qtlab abbiamo avuto la conferma dell’entusiasmo e della determinazione del sud ed in particolare di Napoli come polo scientifico e culturale in ambito nazionale ed europeo.

Durante la nostra visita presso il laboratorio della qtlab abbiamo avuto la conferma dell’entusiasmo e della determinazione del sud ed in particolare di Napoli come polo scientifico e culturale in ambito nazionale ed europeo.

Tutte le persone che lavorano nei vari progetti collegati a questo centro ed a questi computer quantistici vivono con incrollabile impegno e dedizione i successi e le difficoltà del fare ricerca in Italia e grazie ad occasioni uniche come quella del PNRR è stato possibile per il nostro Paese essere al passo con il resto del mondo in queste attività pionieristiche dall’immenso potenziale di crescita per tutta la comunità scientifica.

Considerata la presenza di numerose figure di spicco, nazionali ed internazionali, durante le giornate di inaugurazione, si spera che quanto ottenuto in questo settore sia seguito da un sostegno costante nel tempo che permetta di far proseguire quanto iniziato con le stesse (se non con maggiori) risorse economiche ed umane così da non interrompere questo processo di rivalorizzazione e progresso.

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