Il tredicesimo capitolo della saga Assassin’s Creed crea preoccupazione sulla qualità dei prossimi giochi della serie annunciati da Ubisoft.
Il ritorno in Medioriente della storia di Assassin’s Creed Mirage ha portato con sé un ritorno alle origini della saga non solo da un punto di vista cronologico degli eventi raccontati fino ad oggi ma, purtroppo, anche sul livello qualitativo: storia, caratterizzazione dei personaggi, sceneggiatura e meccaniche di gioco non sono minimamente paragonabili al predecessore del 2020 (Assassin’s Creed Valhalla) al punto che sembra più di giocare un DLC relativo al passato di Basim così come apparso durante le avventure di Eivor.
L’ambientazione
La storia di Assassin’s Creed Mirage è ambientata principalmente a Bagdad con alcuni capitoli ambientati ad Alamut.
Nonostante una mappa particolarmente ampia ed una città ben ricostruita con un’atmosfera storicamente fedele agli standard tipici della Ubisoft, il giocatore non è stimolato ad un’effettiva esplorazione in quanto sono assenti tutte quelle missioni secondarie, interazioni, misteri e meccaniche di gioco che nei precedenti capitoli coinvolgevano in modalità diversificate una buona parte della mappa a disposizione.
Un letterale ritorno al passato (nello specifico ai capitoli con Ezio Auditore) si ha con gli spostamenti tra Bagdad ed Alamut che prevedono una schermata di caricamento e per di più non si possono effettuare a piacimento ma solo in specifici momenti di trama che impediscono il rientro alla mappa principale fino all’avvenuto completamento della missione in questione.
Insomma, ritrovarsi dopo numerosi capitoli della saga che coinvolgevano più città e prevedevano missioni variegate che chiarivano elementi di trama nuovamente in una sola città lascia l’amaro in bocca ai giocatori che hanno pagato comunque un prezzo di un titolo tripla A.

Le meccaniche di gioco
Confrontando AC Mirage con i capitoli precedenti, tra le meccaniche di gioco non si può non notare l’assenza della raccolta dei materiali di caccia dagli animali selvatici da utilizzare nel menù di creazione (a sua volta assente) tenuto conto che comunque esiste un’intera area della mappa denominata “terre selvagge” dove di selvaggio c’è ben poco visto che è un intero deserto privo della stessa quantità e varietà di fauna che anche in AC Origins si trovava.
Ritornano i contratti con lo stesso stile di Assassin’s Creed II e Revelation ma comunque la scelta delle armi equipaggiabili è a dir poco misera visto che si possono utilizzare solo spada e pugnale senza la libertà di scelta che si è avuta a partire da Assassin’s Creed Brotherhood in poi.
Anche i negozianti si rivelano quasi del tutto inutili visto che non si possono acquistare abiti ed equipaggiamenti finendo quindi per utilizzarli solo per potenziare quei pochi kit ottenuti nelle prime ore di gioco.

La corsa acrobatica ed il controllo della visuale costituiscono di nuovo un tasto dolente per questo capitolo della saga che ha perso la fluidità nell’arrampicata e nella discesa raggiunte in Valhalla, Odissey ed Origins oltre ad avere una visuale poco collaborativa negli spazi stretti durante la risoluzione dei rompicapo che coinvolgono lo spostamento di oggetti.
L’albero dei talenti è molto misero rispetto all’immensa libertà di scelta del set di abilità e potenziamenti dei capitoli usciti in passato ed anche l’uso dei gadget è diventato meno intuitivo e fluido rendendo il combattimento più farraginoso e privo alcun interesse a mettere alla prova le proprie capacità di combattimento come giocatore.

I personaggi
In Assassin’s Creed Mirage la caratterizzazione dei personaggi risulta piuttosto piatta con storie poco approfondite ed in alcuni casi banali. Numerosi NPC che offrono aiuto al protagonista e che hanno delle missioni che li coinvolgono restano sullo sfondo senza mostrare alcun elemento che catturi l’interesse e la curiosità del giocatore.
Ci sono leader le cui motivazioni sono spiegate solo durante il tragitto verso un obiettivo e che poi non vedono alcun corrispettivo nelle conseguenze narrative.
Per quanto Mirage non si presenti con le caratteristiche da RPG inserite negli ultimi predecessori, la storia principale così come le missioni secondarie che non coinvolgono la caccia ai membri dell’Ordine (che si contano sulle dita di una mano) sono prive di mordente e non fanno vivere al giocatore né l’adrenalina di momenti di alto rischio per Basim né la preoccupazione per quanto si scopre proseguendo con la propria caccia.
È un peccato ad esempio vedere che proseguendo con la storia si ottiene solo un talismano che rappresenta l’aumento di grado negli Occulti senza però sbloccare alcun elemento di vestiario, talento o abilità unica in relazione alla propria promozione.
Rispetto ai protagonisti degli altri capitoli, Basim risulta mosso da una motivazione molto poco convincente e sembra un tentativo della Ubisoft di creare un personaggio che ricordi Ezio Auditore ma solo nella considerazione che gli altri assassini hanno delle sue abilità combattive. Da un punto di vista di carisma, determinazione e profondità del personaggio non riesce ad essere neanche l’ombra del protagonista italiano.
Valutazione complessiva
Alla fine dei conti Assassin’s Creed Mirage non riesce a rispettare i requisiti minimi richiesti ad un gioco tripla A del 2023 soprattutto se si nota l’impegno totalmente diverso della casa Ubisoft per lo sviluppo del gioco di Avatar a breve disponibile.
Questo gioco risulta per gli standard stabiliti con i precedenti capitoli un DLC che ha avuto una campagna di marketing molto pompata che però gettava molto fumo negli occhi e nella sostanza ha ben poco da offrire come ore di gioco, intrattenimento ed impatto della storia nella memoria del giocatore.
Ci si augura che questo prodotto mediocre non sia l’inizio di una serie di giochi sviluppati per cavalcare l’onda dell’affetto dei giocatori della saga che continuano a sperare in capitoli che segnino un punto di svolta ma che poi si rivelano una totale delusione delle aspettative create in fase di prevendita.
In fin dei conti se si priva il giocatore di attività che per molti capitoli hanno impegnato molte ore di gioco si dovrebbe almeno offrire un mondo, una storia e dei personaggi all’altezza di colmare il vuoto lasciato da un ritorno alle origini dal punto di vista di libertà di gioco.
È evidente quindi che Ubisoft si sia adagiata sugli allori e si spera che con i nuovi capitoli in cantiere non replichi il modus operandi avuto con AC Mirage altrimenti il primo videogioco della concorrenza che offre meccaniche di gioco simili potrebbe eclissare totalmente una saga in corso da più di quindici anni.

Laureato in giurisprudenza con tesi in logica ed informatica giuridica e praticante avvocato.
Da sempre appassionato al mondo nerd ed alla musica, frequenta il mondo del cosplay e delle fiere del fumetto da più di dieci anni.