Il fenomeno delle baby influencer
Un fenomeno internazionale, quello delle baby influencer, che sembra non arretrare. Spopolano sui social, in particolare instagram e youtube, bambine e bambini che ogni giorno pubblicano – sotto sorveglianza dei genitori – video della loro vita. Si truccano, mostrano i loro abiti, cucinano, raccontano la loro giornata, il tutto seguiti da un numero di followers che supera i 50 mila. Il fenomeno sembra attirare le aziende perché i bambini sono in grado di sviluppare una connessione emotiva molto profonda con un pubblico difficile da raggiungere. Ma che fine fa l’infanzia dei bambini, costretti a vivere la pressione e gli shitstorming dei social media? Svanisce in un pugno di like, in cui rischi sembrerebbero molteplici una volta diventati adulti.
Il disegno di legge
La Commissione Ambiente del Senato ha stipulato un disegno di legge ”Bipartisan” per arginare l’utilizzo dei social da parte degli utenti minori di 15 anni. Servirà a regolamentare l’accetto ai social media e normale il fenomeno dei baby influencer – parliamo anche di bambini e bambini di meno di 6 anni. Il 13 maggio è stato proposta dal Fdl Lavinia Menunni e alla Camera della dem Marianna Madia.
Le parole di Menunni
Mennuni dice, ”Si prevedono delle deroghe, se i contratti con i fornitori di servizi della società dell’informazione stipulati con minori di quindici anni sono stati conclusi per conto di questi ultimi da chi ne esercita la responsabilità genitoriale o ne è tutore”.
“La diffusione, non occasionale, dell’immagine di minori di quindici anni attraverso un servizio di piattaforma online”
”deve essere autorizzata da chi esercita la responsabilità genitoriale sul minore o ne è tutore, nonché dalla direzione provinciale del lavoro, quando la diffusione dei contenuti generati utilizzando l’immagine del minore produce o è finalizzata a produrre entrate dirette o indirette superiori all’importo di 10.000 euro annui”.
“La direzione provinciale del lavoro stabilisce i tempi e la durata massima di impiego del minore per la realizzazione dei contenuti; le misure da adottare da parte di chi esercita la responsabilità genitoriale sui minori per limitare i rischi, in particolare psicologici, legati alla diffusione dei contenuti; le misure necessarie per consentire la regolare e proficua attività scolastica nonché la relativa frequenza obbligatoria da parte del minore.
Quando le entrate dirette e indirette derivanti dalla diffusione dei contenuti di cui al comma 1 superano l’importo di 10.000 euro annui, le entrate percepite a partire dalla data di superamento di tale soglia sono versate su un conto corrente intestato al minore protagonista dei contenuti e non possono essere utilizzate in nessun caso da chi esercita la responsabilità genitoriale sul minore. Il nostro vuole essere solo un contributo“.
Aspirante Giornalista. Laurea in Educatrice socio culturale e iscritta alla Magistrale di Comunicazione, Media Digitali e Giornalismo. Appassionata di temi sociali, gender studies e cronaca rosa.