POLITICA ITALIANA
Il Governo italiano, in previsione delle elezioni comunali, avrebbe l’intenzione di modificare il meccanismo del premio di maggioranza, e cioè vorrebbe assegnarlo a chi supera la soglia del 40% dei voti. Bene, a cosa servirebbe questa modifica? Sarebbe la formula che renderebbe residuali i ballottaggi nei comuni sopra i 15.000 abitanti con un prevedibile vantaggio per il centrodestra, notoriamente più unito come coalizione rispetto al campo largo di cui ancora non si riesce a vederne la composizione. In pratica il centrodestra ritornerebbe alla carica dopo il fallimento del tentativo fallito in Senato, quando la riforma della legge per l’elezione diretta del sindaco, datata 1993 fu infilata in un emendamento al decreto elezioni che provocò il blocco da parte del Presidente del Senato Ignazio La Russa e di conseguenza, dal Quirinale.
Ci si chiede quale sia lo scopo di cambiare in corsa le regole elettorali che funzionano bene da oltre 30 anni? Le motivazioni sembrerebbero essere quelle di evitare l’astensione e la presunta distorsione del voto, anche perchè il doppio turno sembrerebbe aver favorito la disaffezione al voto, le statistiche dimostrerebbero che al ballottaggio si rechino alle urne, sempre meno elettori e che al secondo turno, si rischierebbe di eleggere un Sindaco che abbia ottenuto meno voti conquistati dall’avversario al primo turno, anche se sono stati dei casi rari queste eventualità. Inoltre si segnala che la proposta del centrodestra, per bocca di Parrini sia iniqua perchè il premio di maggioranza resterebbe fisso al 60% dei seggi anche ad una soglia ridotta dal 50% al 40%, cosa ovviamente malvista dalle attuali opposizioni. Ma tant’è, le elezioni in Italia non fanno discutere solo per l’agone politico ma anche con i tatticismi e i tecnicismi delle leggi elettorali.