Valenzia la città delle Fallas
C’è un filo conduttore che lega la Storia al Folklore.
Sacro e profano uniti in un abbraccio profondo.
Il Credo cattolico incontra ed accetta il Vizio del popolo.
La Chiesa apre le porte alla farsa ed alla satira.
C’è un filo sottile, a volte impercettibile che lega Paesi, credenze, tradizioni e Gente. Occorre la G maiuscola per raccontare il muoversi di un quartiere, una città perché no di un intero popolo.
Un foulard al collo ed il suo orgoglioso senso di appartenenza.
Non si diventa, si nasce.
Un intero anno di lavoro nascosto e riparato.
Una creatura, una torre o un cavallo.
Palma Campania, Nola, Barra, Siena, Viareggio, Venezia fino alla ciudad di Valencia.
Non ha confini la bellezza del folk.
Il mix variegato di appartenenza, sacrificio e festa popolare.
Valencia, la città piana.
Valencia la città “Fallera”.
Tante sono le teorie dietro l’origine della festa più importante di Valencia: terza città della Spagna.
Una tra tutte narra che i falegnami il 19 marzo bruciavano il legno vecchio in onore del loro santo patrono, San Giuseppe.
Attraverso il fuoco, simbolo di purificazione e rinascita, si dava il benvenuto alla primavera.
Da diversi anni questa festa è stata inserita nel patrimonio immateriale dell’UNESCO.
“Las fallas”, questo è il nome delle sculture di legno, carta e cartone, che ogni quartiere realizza e che il 19 marzo la tradizione vuole che siano bruciate.
Nelle raffigurazioni delle opere, è consuetudine trovare politici, figure mitologiche e di fantasia.
Una città in festa dal primo al diciannove marzo in cui ogni giorno alle ore 14, centinaia di valenciani, turisti e curiosi, si stringono attorno a Plaza del Ayuntamiento per assistere alla “Mascletà”. Spettacolo pirotecnico caratterizzato da un crescendo di vibrazioni e rumori provocati dall’esplosione di fuochi d’artificio e petardi.
Il 17 e 18 le delegazioni fallere di tutti i quartieri, sfilano attraverso un percorso prestabilito e transennato. Los falleros e las falleras indossano costumi tipici, vestiti di seta e merletti, coloratissimi. Ogni quartiere sfila e sfoggia in quei giorni il lavoro di un anno intero. Il percorso termina a plaza de la Virgen con l’offerta dei fiori alla Vergine “Ofrenda de las flores”. I fiori verranno posizioni su una statua di legno “spoglia”. Tutte le delegazioni con le loro offerte vestiranno la Vergine di fiori, fino a formarne un mantello coloratissimo.
Il culmine ed anche la fine della festa è il 19 marzo, con la “Cremà”. Tutte le sculture fallere vengono bruciate e ridotte in cenere. Un peccato se si pensa all’ immenso lavoro svolto per un anno intero, un peccato se si guarda la grandiosità e la bellezza di molte opere, ma la tradizione dei falegnami deve continuare. Si bruciano così tutte le “fallas”. Bruciando faranno posto alle prossime, cederanno il passo a quelle che verranno, per dare ai visitatori un motivo nuovo per tornare, agli artisti falleros la possibilità di stupirci ancora e alla primavera il suo benvenuto, così come avviene da otto secoli.