Da Ponticelli, Napoli, arrivano Akirem e NATE con “ECLISSE”
Da Ponticelli, periferia di Napoli, arriva un bellissimo progetto di due giovani sognatori. E’ online su tutte le piattaforme l’ep “Eclisse” di Akirem e Nate, pseudonimi di Alessio e Nicola Scognamiglio. Li abbiamo intervistati, abbiamo ascoltato i loro brani e visto qualcosa di nuovo. D’altronde, un genere che va dal piano solo in collaborazione con Arcangelo Pinto al trap, dal rap bilingua al melodico, non puó che essere “alternative”. Da un garage di casa attrezzato a studio di registrazione c’è solo il profumo dei sogni. La canzone cardine del lavoro è proprio “Eclisse”, con una voce femminile di Maria Pia Sovereto e un sound solo da ascoltare…
“Fumo un’altra siga, mi scordo quella via. È oro l’anima mia, ma non sono Re Mida. Loro che cosa vogliono, che cosa mi nascondono, non resteró in un vicolo, son diventato cinico”, dal brano “Come gli altri” tutta la caparbietá dei loro pensieri.
Ora a loro le presentazioni.
Presentatevi: chi siete, come vi siete conosciuti, da dove venite, qual è il vostro nome d’arte (da cosa proviene)?
A: “Ormai anche i miei amici più lontani hanno preso gusto nel chiamarmi Akirem, ma il mio vero nome è Alessio Scognamiglio, 19 anni. Darmi un nome d’artista è stata forse una delle cose più difficili perchè non sono tanto bravo con i nomi, ma sono arrivato alla conclusione con questo anagramma, dalla parola greca ‘Meraki’ che sta a significare ‘mettere tutto sè stesso in qualcosa’. La possibilità di poter entrare nel mondo della musica senza dover seguire schemi e potendo sfruttare al massimo l’immaginazione, mi ha fatto capire quale fosse il mio modus operandi. E se, come me, vieni da un quartiere di Napoli come Ponticelli, in cui la realtà che sogni sembra essere considerata da tutti troppo distante, allora ti ritrovi ancora più motivi per immaginare”.
N: “Il mio nome è Nicola Scognamiglio, sono nato e cresciuto a Napoli, nel quartiere di Ponticelli, 19 anni fatti da poco e poca voglia di continuare a crescere (soffro, ahimè, di sindrome di peter pan)… Alessio l’ho conosciuto nel luglio del 2019 (mentre ero in uno dei miei periodi cupi adolescenziali) ed era già da un paio di mesi che fantasticavo sull’idea di fare musica. Inevitabilmente, questo interesse ha fatto incrociare le nostre strade. Il mio nome d’arte è Nate, ed ha un duplice significato; più o meno […] proviene dal notissimo anime e manga Death Note, un ragazzino che, nonostante lo si veda spesso giocare con giocattoli per bambini e costruzioni, fa il detective”.
Perchè fate musica?
A:” Se non ho neanche un secondo di musica, la mia non è una bella giornata. Ci sono legato per ciò che riesce a farmi esprimere e per il modo in cui posso farlo, le tantissime cose che sento possono essere trasformate in tracce e tutto ciò è assurdo, penso. È un po’ come prendere il ruolo da protagonista, d’altronde tutti vogliono essere il personaggio principale di una storia”.
N: “Onestamente non sono nato tra strumenti musicali, vinili famosi e giradischi. Nè mia madre nè mio padre hanno chissà quale cultura musicale, ed oltre al classico neo melodico, in casa mia, quando ero più piccolo, non si ascoltava niente. Forse sarà stata una cosa limitante per certi versi, ma per fortuna col tempo ho imparato ad usare Youtube, internet ed ho scoperto il mondo…”
A quale genere di musica vi ispirate e quali sono gli artisti ai quali fate riferimento?
A: “Ispirarmi mi viene naturale e, senza starci a pensare troppo, troverei facile dire che mi lascio influenzare da artisti come Iann Dior, Lil Peep, Bexey, ma anche Nicola Siciliano, Lazza o Nayt. Tutto quello che ascolto ripetutamente entra in me senza chiedere permesso, formando così anche quello che è il mio personaggio”.
N: “Amo diversi generi, ma i miei favoriti rimangono sempre il Rock, il Rap e l’Elettronica. Amo l’attitudine di diversi rapper americani quali Travis Scott, XXXTENTACION, Trippie Redd ed infine, uno britannico, Scarlxrd”.
Come definireste il vostro genere?
A: “Mi definisco tanto versatile da poter passare dalla trap al pop, da una versione in piano solo ad un brano più tecnico che melodico. Mi tengo sempre preparato a tutto, visto che Nicola ama particolarmente sperimentare”.
N: “Io e Alessio abbiamo definito l’EP “Alternative” perchè tutte le tracce hanno attitudini abbastanza diverse l’una dall’altra.
Sostanzialmente, se vuoi fare una traccia che mi faccia cliccare il tasto segui del tuo account Instagram (cosa che difficilmente faccio), devi fare una traccia di protesta: contro la società, i luoghi comuni, i principi malsani. Uno che fa questo alla grande è YungBlud, artista che reputo di grande riferimento”.
Da quanto lavorate a questo progetto?
A: “L’idea di ECLISSE è nata dopo aver chiuso già qualche traccia che poi è finita all’interno dell’ep, all’inizio avevo in mente soltanto di dover fare un progetto più ampio del solito insieme a Nicola. Registrato il primo singolo verso fine agosto, abbiamo poi finito di lavorare al tutto durante i primi di gennaio. Ogni traccia ha avuto una storia a sè, ma la punta di diamante penso sia proprio quella da cui prende il nome l’ep, l’ultima ad essere stata ideata”.
N: “Questo progetto è stato partorito dalla mia mente mentre Alessio era in un periodo di flow l’anno scorso, e cercava di reccare su più beat possibili e fare più tracce che poteva. Ci abbiamo lavorato circa 6 mesi contando i giorni dalla creazione della prima traccia”.
Qual è la traccia alla quale tenete in modo particolare?
A: “SUPERSTAR, se proprio devo sceglierne una. È nata alle sei di mattina, Nicola dormiva in studio ed io stavo provando a registrare qualcosa sui suoi beat. Prendo questa produzione di qualche mese prima e registro di getto un ritornello. Ricordo che lui poi, dopo essere tornato a casa ed averlo ascoltato, mi lascia un messaggio su Whatsapp: ‘che cos’hai combinato stanotte?’”.
N: “Superstar. No cap proprio. Per adesso è l’unica traccia in assoluto che penso racconti più di me e di come vivo i rapporti sociali. Oltre a ciò ha l’attitudine sulla quale penso io e Alessio siamo più forti.
Come una stella…”
La vostra aspirazione (collaborazioni, obiettivi…)?
A: “Ho tanti messaggi da dare attraverso la musica e non parlo solo di testi, arrivare ad essere un’icona per le persone della mia generazione è una cosa a cui aspiro moltissimo. Le persone si sprecano tanto facilmente ed io stavo per finire come loro, così ho iniziato a sentire il bisogno di far seguire a tutti un filo più logico, perchè penso che le persone necessitino di trovare ed inseguire ciò che amano”.
N: “Le mie aspirazioni sono come argenteria antica e preziosa impolverata messa in cantina. Mi ritengo fortunato per essere arrivato a capire davvero cos’è che voglio per me senza l’illusione di essere felice “accontentandomi” di qualcosa di “normale” o ordinario”. So che molti ragazzi della mia età ancora non sono arrivati a tale conclusione. Non dirò le mie aspirazioni, questione d’orgoglio”.
Dove è possibile ascoltare la vostra musica e perché la si dovrebbe ascoltare.
A:” Tutte le nostre tracce si trovano su Spotify e gli altri digital stores. A qualunque genere tu sia più legato, io e Nicola ci abbiamo già pensato”.
N: “L’EP è fruibile attraverso i maggiori servizi di streaming (che non mi scomoderò nemmeno di elencare…). A dire il vero non trovò un vero e proprio motivo per ascoltarlo. Però tu ascolta COME GLI ALTRI, SUPERSTAR, ECLISSE ed il piano solo, sono le mie preferite”.
Avete un’identità social?
A:” Sono molto presente sui social, anche perché credo che oggi sia importante essere spesso sullo schermo di chi guarda. Su Instagram soprattutto sono abituato ad esternare il mio personaggio, le tracce che lascio incomplete ed il mio voler essere a stretto contatto con chi ama tutto quello che faccio”.
N: “Il problema è che odio definirmi. Tutto ciò che puoi definire ha un limite, ed io mi sento stretto in qualsiasi definizione che cerco di darmi… Quindi non ho mai avuto una precisa “identità social”. Non nego che ci stia lavorando. Ma sicuramente quando c’è l’avrò ne cambierò le sfumature più volte.
Sono in un costante cambiamento”.
Quanto ha influito il periodo di pandemia con il vostro lavoro?
A: “Durante la pandemia non è stato facile essere produttivi, visto che non avevo sempre influenze esterne come potevano essere persone, situazioni e posti che ho vissuto e che vivo ancora. Inevitabilmente poi, qualcosa si è mosso comunque”.
N: “Mentalmente parecchio, tutt’ora ne ho i segni, soprattutto sul piano personale. Non c’è stata tanta difficoltà nel vedermi con Alessio (qualche volta abbiamo trasgredito, ammetto). Lavorativamente parlando, ovviamente nessuno è potuto venire a registrare qualcosa da noi, quindi zero clienti, giustamente. Per quanto riguarda me invece, penso che quel periodo abbia portato più o meno demotivazione e noia un po’ a tutti”.
Buon ascolto a tutti!
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