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È una Donna potente, Lina Sastri. La Signora Lina Sastri. Eterea.
È potente di una potenza rara. Quella potenza che soltanto una Donna può esercitare. La potenza che sa mescolare colori, fumi e parole.
Lina Sastri, la Signora del palcoscenico Napoletano, sa come farlo e lo fa per 10 giorni nel pienone del teatro Diana. “Eduardo mio” è un titolo sincero. Onesto. Vero. In scena su un palco “serio” in compagnia della sua orchestra.
Pianoforte, violini, percussioni, chitarre e contrabbasso. Tutto vivo, arte pura.
Dura circa 3 ore il viaggio imaginifico che ha studiato. 3 ore in cui la Signora Sastri incanta. Non dialoga col pubblico, lo prende, lo ammalia, lo affascina e poi lo sposa.
Riesce in un’impresa, c’è silenzio ed ascolto.
Insegnante ed allieva di sé stessa. Figlia “adottiva ” del più Grande. Figlia onesta ed illustre di Eduardo, il più grande tra i grandi.
Lo celebra, lo racconta, lo riporta in vita e lo offre alla platea.
Questo spettacolo è una carezza all’anima. Terapia del cuore. Un viaggio caldo, tenero attraverso la storia di una Città magica.
La Signora Sastri canta, recita, racconta, celebra e commuove.
Quanto bisogno ne abbiamo.
Diva nel suo abito bianco, prende il centro del palco, lo imbroglia di emozioni e lo rende vivo.
Rivive Eduardo, si innalza Lina. Le canzoni della Vita di entrambi, i racconti della Famiglia, le poesie che sono pilastri. Il teatro nazionale nelle sue mani sagge.
La Signora Sastri e le donne del maestro. Rivivono Pupella Maggio, Titina, Filumena e lei stessa ragazzina alle prime armi.
Fortuna non ci sia stata Milano ed il teatro di Strehler, fortuna quel giorno a Firenze ci fosse una nuova Bonaria.

Andate a vederlo.
È una carezza per l’anima.