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In Ucraina la Pasqua ortodossa non ha portato alcuna tregua nei combattimenti. C’è stato uno scambio di prigionieri. Sarebbero 130 gli ucraini riconsegnati. Nessuna comunicazione ufficiale sui numeri dei russi. Un video sui prigionieri scambiati mostra una differenza numerica a favore degli ucraini. Si ipotizza che per i russi lo scambio sia stato organizzato dalla Wagner indipendentemente dal Ministero della Difesa russo.

Alcuni Mil-Blogger russi pro-Wagner, “Grey Zone”, criticano la decisione di questo rilascio. A loro dire è avvenuto in un momento in cui ci si potrebbe aspettare e quindi preparare per una controffensiva ucraina.

L’Istituto americano per lo studio della guerra suppone che la Wagner avrebbe fatto uno scambio di uomini non sulla parità numerica ma sul valore e le capacità che avrebbe attributo agli uomini ricevuti in cambio. Ragionamento posto a base per una loro quasi immediata redistribuzione tra le sue unità sul terreno. Oltre quelli della Wagner sono stati restituiti anche dei combattenti ceceni.  

A parte questa attività, peraltro già avvenuta in passato, non ci sono segnali che indichino una apertura più ampia tra le parti.

Le parole di Putin non lasciano e non fanno prevedere spiragli. Per il capo del Cremlino bisogna spingere più indietro possibile le truppe ucraine per non farle minacciare i confini dei territori russi. E si riferisce anche a quelli annessi, “illegalmente”, di Kherson, Zaporizhia, Lugansk e Donetsk. Per i citati territori sollecita le attività di integrazione messe in campo dai governatori pro-tempore. In un discorso alla Duma, l’Assemblea rappresentativa russa, ha ribadito che “Il compito è fare di tutto per integrare al più presto queste terre storicamente russe del Donbass e della Novorossiya nello spazio economico, legale ed educativo del nostro Paese”.

Sul terreno, intanto, i combattimenti continuano a concentrarsi lungo la linea del fronte del Lugansk e Donetsk. Da Kupiansk fino a Marinka. Nella regione di Donetsk si assise ad un ulteriore incremento della pressione russa su Bakmut. Intorno e dentro questa città la battaglia è sempre più cruenta. I russi bombardano e guadagnano terreno. La situazione è complicata per gli ucraini che per ora rallentano l’accerchiamento da sud della città. Il presidente Zelensky, in una sua recentissima visita in Polonia, ha dichiarato che le truppe ucraine affrontano una situazione molto difficile a Bakhmut e che Kiev prenderà le “decisioni corrispondenti”. Si parla di un ritiro controllato se le truppe ucraine dovessero rischiare l’accerchiamento da parte delle forze russe.

Nel meridione dell’Ucraina i russi aumentano il fuoco di artiglieria sulla riva occidentale (destra) del Dnipro, nella regione di Kherson. Temono un attraversamento del fiume da parte delle truppe di Kiev. Su questo fronte le truppe di Mosca intensificano la preparazione per fronteggiare una controffensiva. Si organizzano, costruiscono postazioni difensive e trincee a protezione delle terre sulla riva orientale (sinistra) del Dnipro e dei territori meridionali di Kherson. Anche la Crimea preoccupa i russi e si organizzano per la sua protezione.

La situazione sul terreno non è semplice. Il “Center for Defense Strategies”, un’organizzazione indipendente ucraina, valuta che nel breve termine le forze di difesa di Kiev seguiranno una strategia “prescelta”. Cercheranno di infliggere il massimo delle perdite al nemico in combattimenti ravvicinati nelle direzioni in cui si concentrano gli sforzi principali. Ciò è in parte spiegato dalla mancanza di munizioni per l’artiglieria.

Ci si preparerebbe per la controffensiva.