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A 17 giorni esatti dall’inizio del torneo di Wimbledon, abbiamo la certezza che i giocatori russi e bielorussi non vi potranno prendere parte.

Questa è stata la incontrovertibile decisione dell’All England Club, che insiste nel ritenere che tale misura sia la più adeguata forma di condanna alle azioni di Vladimir Putin. Poco dopo l’invasione delle forze armate russe in territorio ucraino, il Club sito a Church Road ha sin da subito optato per l’esclusione dei giocatori di nazionalità russa e bielorussa. Diversamente da quanto hanno invece disposto gli organizzatori delle altre competizioni, che hanno ritenuto più opportuno consentire agli atleti di giocare, seppur senza bandiera.

Quest’anno, dunque, lo Slam britannico perde due teste di serie, che sono Daniil Medvedev e Andrey Rublev, attualmente n.1 e n.8 del ranking mondiale.

La decisione adottata da Wimbledon ha scatenato l’estrema reazione dell’ATP che ha penalizzato lo Slam, ritenendolo artefice di una misura ingiusta. Secondo il circuito, per denunciare il regime di Minsk, sarebbe bastato che gli atleti si iscrivessero al Major inglese come neutrali, dunque senza bandiera. L’Association of Tennis Professionals ha pertanto stabilito che, in occasione della prossima edizione, tutti gli atleti perderanno i punti guadagnati a Wimbledon lo scorso anno. In aggiunta, non potranno guadagnare punti ATP dalla loro partecipazione, trasformando così la competizione più antica del tennis in una mera esibizione.

Oggi però, gli organizzatori dello Slam londinese sono tornati sull’argomento e hanno spiegato le proprie ragioni in una lunga conferenza stampa. Qui il presidente dell’All England Club ha sottolineato:

“Dopo una lunga e attenta considerazione, siamo giunti a due conclusioni su cui si basano le nostre decisioni. Anche se accettassimo la partecipazione di russi e bielorussi con dichiarazioni scritte, rischieremmo che una loro vincente partecipazione venga usata come propaganda dal regime russo. Cosa che non potremmo accettare. Inoltre – spiega Ian Hewitt dobbiamo garantire che ogni nostra azione non metta i giocatori o le loro famiglie a rischio. Seguendo le direttive del Governo, non c’è una valida alternativa alla decisione presa in questa tragica e particolare circostanza” .

L’opinione del CIO su Wimbledon

Ad esprimersi in merito alla delicata questione, anche il presidente del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale. Durante la 46esima Assemblea Generale dell’Associazione delle Federazioni Internazionali degli Sport Olimpici (ASOIF), Thomas Bach ha detto: “Come possiamo garantire una competizione internazionale corretta se i Governi decidono in base ai propri interessi politici chi può e chi non può partecipare? Abbiamo bisogno che i Governi rispettino il nostro ruolo“.

E ancora: Guardate cosa sta succedendo nel tennis. Al Roland Garros, i giocatori hanno partecipato come atleti neutrali. Ma a Wimbledon il Governo ha detto di no, non c’è spazio per loro. Se oggi lo permettiamo contro la Russia e la Bielorussia, domani succederà contro la vostra nazione, perché nessun Paese al mondo è amato da tutti gli altri Governi. Se lasciamo che succeda, non potremo più garantire una corretta competizione sportiva. E’ importante per tutto il mondo avere almeno un ponte, qualcosa su cui tutti possono trovarsi d’accordo, e l’elemento più naturale per questo è lo sport”.