A Caivano dove comanda la camorra
Caivano, comune nel Napoletano, recentemente commissariato, per la maggior parte dell’opinione pubblica è il Parco Verde. Sorto dopo il terremoto in Irpinia, come Rione 219, è divenuto agli inizi degli anni ’90 Parco Verde. Secondo inquirenti e investigatori, una delle attività maggiormente remunerative in questo territorio è lo spaccio di droga, che si articolerebbe in 14 punti piazze. Business milionario, oltre un centinaio di migliaia di euro al mese, che sarebbe gestito dal cartello criminale Sautto-Ciccarelli, capeggiato dal boss Nicola Sautto. Anche se occorre aggiungere che Caivano, insieme ad Afragola, Casoria, Cardito, Frattamaggiore e Arzano, che costituiscono l’Area Settentrionale della provincia di Napoli, ha come riferimento “criminale” i Moccia.
Attività di spaccio, divenuta centrale anche per la periferia napoletana, dopo lo smantellamento di Scampia e Secondigliano. Anche e soprattutto sviluppatasi in una zona abbandonata ormai da alcuni decenni dalle istituzioni, dove sempre più cresce lo stato di povertà dei nuclei familiari. Quindi, questo business rappresenta un vero parastato il cui Pil è alimentato da un mercato che coinvolge l’opera di sempre più adolescenti, esposti a volte tragicamente alle feroci regole della criminalità organizzata.
Ad oggi c’è una sorta di pax armata tra le cosche ma come è accaduto nelle ultime ore non mancano scene di guerriglia. Con raid armati con cui si cerca di controllare il territorio attraverso le cosiddette stese. Come è accaduto nella notte tra i viali del Parco Verde con 19 colpi esplosi all’impazzata da malviventi in sella a una decina di moto.
Senza volere dimenticare l’omertà che, da anni, troppi, copre quel terribile fenomeno della pedofilia che, ciclicamente viene alla luce, come è avvenuto di recente con lo stupro di due cuginette, i cui responsabili sono stati individuati tra i loro familiari.