• Tempo di Lettura:2Minuti

Il metodico stile della nostra vita, caratterizzato dallo scandire dei cicli circadiani, ci stimola ad un certo punto, a desiderare di intraprendere un viaggio senza meta. Immaginiamo per un attimo di salire su un treno di cui non si conoscono ne le fermate ne la destinazione finale.

Iniziamo quindi ì il nostro viaggio percorrendo diversi itinerari. A molte fermate del treno, siamo indotti a voler scendere ma non sentendoci pronti, desistiamo pensando di poter scendere ad una delle prossime. Succede invece che immersi nei nostri pensieri e coinvolti da quel senso di scappare lontano dalla nostra routine che continuiamo a viaggiare pur non conoscendo la nostra meta finale. In pratica è quello che succede metaforicamente nella nostra vita quando ad un certo punto, feriti profondamente da una delusione in cui per anni abbiamo  creduto, nutriamo l’improvviso desiderio di intraprendere quel viaggio con la speranza che la meta finale sia quella della nostra sopravvivenza rispetto a ciò che ci affligge e ci turba.

“Chi parte sa da dove fugge ma non sa che cosa cerca” diceva Michel De Montaigne, filosofo ed aforista francese del 1500, frase poi riportata tra il serio ed il faceto dal mitico Troisi nel suo famoso film del 1980. Questa citazione pur racchiudendo in se una verità universale, si presta  però a diverse interpretazioni e sfaccettature. Non tutti partiamo dallo stesso punto e alle stesse condizioni, ed è per questo che tali variabili, incideranno sicuramente sulla riuscita del raggiungimento finale della meta del nostro viaggio. C’è però una fermata lungo il viaggio stesso che non dobbiamo mai considerare passata, la speranza, l’unica che potrà aiutarci  a individuare una meta  finale al nostro viaggio.

Seguiteci su https://www.facebook.com/persemprenews