• Tempo di Lettura:5Minuti

Lucia Fodde ha origini sarde, ma vive stabilmente a Berlino. Cantante jazz, ha pubblicato due album, ovvero Just One of those things (con il Lov’n Jazz Quartet, si tratta di un tributo a Cole Porter), Freedom (autentico viaggio emozionale in cui jazz, swing, smooth ed elettronica si fondono a perfezione) e tre singoli: Colors, Inutil Paisagem, e Dentro questo vento, di cui abbiamo parlato qui(link).

Traces of you di Lucia Fodde: la storia del jazz, fatta di pura poesia

Dal 15 luglio è disponibile in tutti i maggiori digital store musicali l’album Traces of you, registrato con i musicisti Carmelo Leotta (basso), Davide Incorvaia ( piano), Jesus Vega (batteria) presso l’UFO studio di Berlino durante il mese di febbraio 2022.

Il disco, anticipato dal singolo Dentro questo vento, vuole essere un tributo alla sua amata terra, e traccia per traccia si nota come questa continua assenza si esplichi continuamente nella ricerca di ciò che è andato perduto. E’ un’opera a due facce: da un lato la ricerca di un contributo personale, che porta Lucia alla creazione di nuovi brani, molto originali, dall’altro la storia del jazz, fatta di pura poesia. In esse l’autrice sceglie dei pezzi nostalgici, che sono qui rielaborati e piegati verso un approccio emozionale insolito. Curioso notare che la simmetria tra queste due facce sia perfetta: ci sono 5 brani inediti e 5 riarrangiamenti.

Traces of you di Lucia Fodde traccia per traccia:

Yesterdays, prima traccia, è un riarrangiamento del celebre brano di Jerome Kern, cantato originariamente da Ella Fitzgerald. L’intento espressivo è, qui, al di sopra delle scelte stilistiche musicali. Il pezzo si apre con la batteria e con la successione di due triadi maggiori, la linea vocale è ardimentosa e complessa, la batteria incede in modo regolare, l’improvvisazione è affidata al piano. I don’t know how to say goodbye è un altro momento di sfoggio di virtuosismo vocale: voce, contrabbasso (al quale è affidato un breve assolo) e piano si susseguono su accordi complessi. Molto interessante la risoluzione conclusiva, sulla quale la voce canta “goodbye”.

That old feeling è uno standard del 1937 di Sammy Fain, riarrangiato varie volte nella storia del jazz (celebri la versioni di Chat Beker, di Frank Sinatra, di Mina). Lucia realizza un mix di cose interessantissime: l’incedere iniziale sembra tragico, ma si apre in modo luminoso, mentre la batteria accompagna con un pattern da flamenco. L’arrangiamento soprattutto all’inizio suona un po’ in stile bossanova, ma il ritmo e la linea vocale successivamente riconducono il pezzo agli anni 30. Il solo di piano è bellissimo. Il finale vede la prevalenza di voce e percussione. Wild land è un tributo alla terra natia, terra di vento, sabbia e mare, e Lucia porta con sé le sue tracce. Molto interessante il gioco percussivo verso la fine ( nel resto del pezzo le percussioni incedono in modo poco jazzistico).

La successiva Maybe è integralmente arrangiata da Davide Incorvaia. Durante una giornata d’inverno, seduta in un caffè bar, Lucia guarda negli occhi le persone che camminano all’esterno. Si sviluppano, quindi, una serie di riflessioni su accordi affidati al piano. Il brano,pianistico, autunnale e caloroso, fa pensare alla musica di Bill Evans. Day by day è su uno standard del 1945 di Axel Stordahl e Paul Weston. Il brano è introdotto da vari accordi dissonanti, sui quali si sviluppa una breve frase, quindi entra la voce. L’arrangiamento di Carmelo Leotta stravolge completamente la versione originale, dandole una veste molto più contemporanea. La tensione armonica viene portata avanti anche da interessanti pattern di batteria. No one knows me but you, arrangiato e composto da Carmelo Leotta, colpisce per la splendida interpretazione vocale di Lucia. La tensione, la ricchezza dei suoni, il ritmo aumentano progressivamente, fino all’assolo.

Nella struggente Atras da Porta, brano di Chico Buarque, Lucia Fodde canta in portoghese, in un costante dialogo con il pianoforte. Never will I Marry, di Frank Loesser, è la traccia più veloce dell’album. Frasi bebop, pattern di batteria, il contrabasso pulsante creano un affresco sonoro sul quale la voce di Lucia si muove con un approccio modale. A conclusione dell’album c’è Dentro questo vento , brano basato sull’armonizzazione della scala modale eolia: otto battute, affidate al piano ed alla batteria, fanno da intro, e qui l’incedere non è marcatamente jazzistico… ma ecco che la linea vocale, di notevole difficoltà, si snoda su intervalli complessi, con molte influenze swing L’improvvisazione è un momento di pure poesia: le armonie risentono di Bill Evans, l’approccio è molto emozionale.

Traces of You: musica che esprime emozioni

Superfluo dire che il linguaggio che Lucia parla è quello del jazz, ma la sua musica esprime emozioni, riesce, quindi, in un intento che a volte, in questo tipo di musica, tende ad essere sottovalutato. Ricchezza di armonie, arrangiamenti complessi, ritmi ora swing, ora bebop, ora mediterranei si uniscono in un ottimo affresco sonoro, che pone Lucia sulla strada giusta, sulla quale attendiamo ulteriori sviluppi.

Traces of You è disponibile su Spotify…

Website: https://www.luciafodde.com/

Facebook: https://www.facebook.com/Lucia-Fodde-Page-115255861174340

Instagram: https://www.instagram.com/accounts/login/?next=/luciafoddemusic_official/

Youtube: https://www.youtube.com/channel/UC4QQHE49bBPsqrKIYmstkRw